Scritta da: Carlotta B.
in Frasi & Aforismi (Libri)
Tu sai stare a sentire. Questa è la prima qualità di chi deve parlare.
dal libro "Il giorno prima della felicità" di Erri De Luca (Enrico De Luca)
Tu sai stare a sentire. Questa è la prima qualità di chi deve parlare.
In ogni specie sono i solitari a tentare esperienze nuove. Sono una quota sperimentale che va alla deriva, Dietro di loro la traccia aperta si richiude.
Un uomo è quello che ha commesso. Se dimentica è un bicchiere messo alla rovescia, un vuoto chiuso.
Ai lati degli occhi si aprivano le rughe e da lì scolava la malinconia.
[...] - "Secondo te le stelle sanno di pan di zucchero o di sale?"
- "Non lo so, non le ho mai assaggiate."
- "Io sì, sono rimasta molte notti sul balcone della casa dei bambini chiusi. Le stelle in estate perdono briciole che arrivano in bocca."
- "e come sono?"
- "Salate, a gusto di mandorla amara."
- "Le preferivo dolci."
- "Ma no, guasterebbero la terra per quante ne arrivano. Certe notti c'è tempesta di stelle sbriciolate. La terra è seminata da loro, riceve senza poter restituire. Allora dal basso si alzano le preghiere a sdebitarsi, di alberi e di bestie che ringraziano"
[...].
Per me i giorni amati furono quelli dove l'impossibile rimase conservato nel cuore e non quelli che lo realizzarono.
Sarebbe morto anche lui di fame e freddo un inverno senza riuscire ad accendersi il fuoco. Era una buona fine per i solitari, una fine da candela.
Un bambino che cresce senza una carezza indurisce la pelle, non sente niente, neanche le mazzate.
Gli era capitato l'amore e di notte si abbracciavano forte. Non si impicciavano di amarsi mentre dormivo due metri più in là. Restare nel buio a sentire i colpi e i fiati commossi di due che si amanao, senza desiderio di avere il proprio turno, potevo pure, ma era più utile dar retta agli stantuffi del ciclostile anziché a quelli dell'amore altrui.
Più della libertà ho aspettato il minuto bollente in cui quattro labbra sospendono il respiro e si mischiano per gustare sé stesse attraverso altre due e si confondono per appartenersi.