Non posso immaginare un Dio che premi e punisca gli oggetti della sua creazione, i cui fini siano modellati sui nostri - un Dio, in breve, che non è che un riflesso della fragilità umana. Né posso credere che un individuo sopravviva alla morte del suo corpo, sebbene gli animi deboli nutrano tali opinioni per paura o per ridicolo egoismo.
Mi fa arrabbiare come nient'altro l'insieme di dicerie che girano sul mio conto. Io non credo affatto in un Dio personale che giudica l'uomo per il suo operato.
Sono convinto che alcune attività e pratiche, politiche e sociali, delle organizzazioni cattoliche sono dannose e pericolose per la comunità intesa nel suo insieme, qui e dovunque.
Il sentimento religioso degli scienziati prende la forma di un entusiastico stupore di fronte all'armonia della legge naturale, che rivela una intelligenza di tale superiorità che, comparati con essa, tutto il sistematico pensiero e l'azione del genere umano non ne sono che un riflesso completamente insignificante.
Analizzando e valutando ogni giorno tutte le idee, ho capito che spesso tutti sono convinti che una cosa sia impossibile, finché arriva uno sprovveduto che non lo sa e la realizza.
Un essere umano è parte di un tutto che chiamiamo "universo", una parte limitata nel tempo e nello spazio. Sperimenta sé stesso, i pensieri e le sensazioni come qualcosa di separato dal resto, in quella che è una specie di illusione ottica della coscienza. Questa illusione è una sorte di prigione che ci limita ai nostri desideri personali e all'affetto per le poche persone che ci sono più vicine. Il nostro compito è quello di liberarci da questa prigione, allargando in centri concentrici la nostra compassione per abbracciare tutte le creature viventi e tutta la natura nella sua bellezza.