Scritto da: Cleonice Parisi

La porta che non c'era


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...la mia decisione. Di nuovo quella voce:

Accetti?

A quel punto non potevo fare altro che accettare, qualcosa mi era rimasta del mio vecchio modo di essere, l'orgoglio. Non volevo rinunciare a capire, mentre ancora riflettevo su da farsi, apparve un altra porta, stavolta più grande della precedente, in legno massiccio, con delle rifiniture medievali, al posto del pomello un anello di ferro battuto, feci per toccarlo e la porta si aprì da se.

Mi accolse, un paesaggio strano, ma meglio del nulla che regnava prima, come pavimento vi era terra battuta, ad ogni passo una nuvola di polvere si alzava, sembrava terra non fertile, arsa dal sole cocente, l'orizzonte era ancora plumbeo, ed attorno al mio sentiero vi era una fittissima vegetazione. Camminavo spedita verso non so quale destinazione, sempre accompagnata da una strana serenità, mentre improvvisamente qualcosa mi allarmò, guardai tra la fitta vegetazione, e vidi delle orribili fiere seguirmi, mi fermai un attimo guardandomi alle spalle, era forte la paura, sarei voluta tornare indietro a quella che da sempre consideravo la normalità, ma dietro non vi era più nulla. Il sentiero si era dissolto, vi era solo buio intenso. Nello sconforto totale, non riuscivo più a muovere passo, poi ... [segue »]

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    Info

    Scritto da: Cleonice Parisi
    Riferimento:
    Concorso Città di Salerno (V Edizione) - Menzione di Onore
    XIII Premio letterario internazionale
    "Jacquès Prèvert" 2006
    Opera segnalata dalla Giuria con Attestato di merito e proposta di pubblicare in volume
    con la Montedit.

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