Scritto da: Cleonice Parisi

La porta che non c'era


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...ancora quella voce ipnotica.

Vieni avanti!

Così feci, avrei voluto correre, invece sentivo i miei passi lenti, come appesantiti. Intanto il sentiero sembrava allungarsi ogni volta che raggiungevo l'ultima stellina, ed ecco di nuovo quella voce dirmi:

Accetti?

Cosa!

Gli urlai, intanto avevo raggiunta l'ultima stellina, di fronte a me, buio intenso. Nel giro di un istante, apparve un portoncino di legno verde:

Bhe dissi, non so cosa accettare, ma dietro posso tornare?

La risposta fu il silenzio, nel mio mondo chi tace acconsente, ma qui non mi sembrava il caso di applicare questo vecchio detto, chissà in che mondo ero, ed accettai.

Si aprì immediatamente il portoncino, il paesaggio era alquanto cambiato, a terra vi erano dei modesti mattoncini in creta, e tutto intorno un cielo plumbeo.

Continuava questa mia pace incomprensibile, e ripresi il cammino, in fondo ero ancora viva o per lo meno speravo di esserlo. Tra i mattoncini in terra, se ne distinguevano alcuni di colore più intenso, sembrava mi segnalassero la via, ora ero divenuta esperta, il mio passo era più veloce e coprivo le distanze in minor tempo, sempre secondo la mia esperienza terrena. I mattoncini colorati erano finiti e le mie gambe si fermarono bruscamente da sole, senza attendere ... [segue »]

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    Info

    Scritto da: Cleonice Parisi
    Riferimento:
    Concorso Città di Salerno (V Edizione) - Menzione di Onore
    XIII Premio letterario internazionale
    "Jacquès Prèvert" 2006
    Opera segnalata dalla Giuria con Attestato di merito e proposta di pubblicare in volume
    con la Montedit.

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