Scritto da: Cleonice Parisi

La porta che non c'era


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...all'improvviso alle mie spalle, sussultai, vedendola sparire nell'oscurità del corridoio.

La inseguì, come un gatto il topo, anche se il topo in quel caso lo stavo interpretando io, ma non so perché mi sentivo stranamente sicura. Raggiunsi una stanza, la cui porta aveva delle rifiniture in oro zecchino, sembrava che il tempo non l'avesse intaccata, ma era strano, prima quella porta non c'era, di certo l'avrei notata, era talmente bella da non passare inosservata, sembrava quasi fuori posto in quella villa ormai consumata dal tempo.

Ero di fronte ad un dubbio aprire o no quell'uscio, avevo le mani umide e scivolose, le asciugai e feci per aprire il pomello. La porta si aprì senza fare nessun rumore quasi fosse ovattata, sbirciai in modo molto discreto nel suo interno, ma era talmente buio, da non riuscire a vedere nulla. Introdussi solo un piede dentro e notai, che il pavimento non era più fatto di legno, ma di qualcosa di morbido, lo ritrassi immediatamente, non ero poi tanto curiosa, ci sarei ritornata un altra volta semmai con una lampada, poi una voce dal suo interno, mi disse di entrare e di non temere.

A dire il vero, in quelle circostanze, anche se ... [segue »]

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    Info

    Scritto da: Cleonice Parisi
    Riferimento:
    Concorso Città di Salerno (V Edizione) - Menzione di Onore
    XIII Premio letterario internazionale
    "Jacquès Prèvert" 2006
    Opera segnalata dalla Giuria con Attestato di merito e proposta di pubblicare in volume
    con la Montedit.

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