Scritto da: Constantin Hadarag

Labirinti


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Prologo

"... Chi è costui che sì superbo e contento cosi tanto di sé stesso passa su quel lontano, minuscolo pianeta detto terra? " chiese uno degli dèi infastidito dalla semplicità del sorriso dell'uomo e dalla mancanza della pesantezza dei suoi pensieri. "È il figlio del suo tempo e della sua fortuna, nessuno lo ha mai toccato fino ad oggi... Egli si vanta di avere compreso", gli venne la risposta. "Ah, si? Pensieroso mormorò il Dio..., allora vediamo di mettere la sua comprensione alla prova e vedremo allora se pietra su pietra vi rimarrà ancora dei suoi superbi, magnifici castelli! " E il Dio gli mandò addosso in sequenza quasi fulminante tutte le disgrazie del mondo ed ergo l'angoscia, l'ansia, i dubbi, i rimorsi, la malattia, la confusione, la sofferenza in genere e la solitudine e per finire in bellezza, un bel po' d'indifferenza da parte dei suoi simili..., umani.

Labirinto I

L'uomo superbo e contento sì tanto di se stesso si senti scuotere dalle sue più profonde fondamenta... Sradicato. Strapazzato. Stravolto e straripato, una infima insignificante caccola di un'errante formichetta calpestata da un immenso elefante...

E come per rispetto di un antica venerabile tradizione, vennero anche da lui i suoi amici.... [segue »]

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    Scritto da: Constantin Hadarag

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    postato da , il
    Ottimo testo, intelligente e profondo

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