Scritto da: Paola38

Racconti di guerra


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...nomi dei suoi figli sparsi per la città distrutta.
Arrivati a casa nella stradina sentimmo grida disperate, vedemmo una testa paurosamente da sola in mezzo a braccia e gambe distanti tra loro, la gente non osava oltrepassare quei miseri resti umani.
Quella notte trovammo la nostra casa intatta, i miei dovettero levare tanti detriti e vetri dal mio lettino, poi finalmente ci coricammo.
La mattina dopo, come del resto per tanti altri anni, dovemmo abituarci ai bombardamenti, ai ritorni a casa sempre con la paura di non ritrovarla in piedi, vedere gente morta per strada e case ridotte in macerie.
Noi bambini giocavamo sulle macerie, costruivamo dei fortini e piccoli nidi per i nostri miseri giochi. Tra quelle rovine trovavamo le più disperate cose: vestiti, utensili, quadri, e tutto quello che ci può essere in una casa. Scavavamo con le nostre piccole mani tra quelle macerie, incoscienti di quello che facevamo ma felici di trovare quelle cose...
Tra noi c'era un ragazzo, Davide, molto più grande di me, mi difendeva
dai soprusi fatti dai compagni più grandi e quando mi era vicino mi sentivo sicura.
Lo ammiravo quando la sera andava a prendere il latte in bicicletta, riusciva a tenere la ... [segue »]

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