Scritto da: Mariella Buscemi
Ti mando i pensieri, non i gesti. A te, leggerli, comprenderli. Ti mando il silenzio, ma quello incantevole, elegante, il silenzio di chi rimane senza parole a contemplare il bello indescrivibile e l'emozione pura. Il silenzio per non imbarazzarti e per non costringerti a districarti tra calunnie ed evitamento, difese, occhi bassi e voce tremante, ché tremo già io da sola ad immaginarti.
È una scelta la mia, quella di starti a patti e condizioni, ché si sceglie ciò che non basta quando non si può avere ciò che si vuole. Ti scelgo dentro alla testa come presenza assidua, come fossi un intero corpo da vivere e sentire, ché ti sento lo stesso e senza il bisogno triviale di ricorrere ad oscenità o passione, ma solo l'incanto della tua esistenza, del tuo esserci, in un modo qualsiasi che scegli tu. Finisco per farmi felice anche solo di questo ché, infondo, ci sei e già mi basti così. Cercami distrattamente, occasionalmente, quando ti va, se ti va, facendolo sembrare casuale, ché non voglio leggerci intenzione, ma solo sorpresa, solo inaspettato piacere fugace che non dà nessuna certezza. Ci sei sullo sfondo come figura in bassorilievo che mi dà il senso della tua dimensione dentro al cuore e mi arricchisce di poesie scritte, dedicate, anonime, fingendo nessun destinatario; facciamo così, come patto tacito, segreto. Non ti disturbo, non urlo, ché il cielo, di notte, si guarda in silenzio per quant'è bello. Tua, più delle cose che ti appartengono davvero, a prendere più delle persone che ti stanno vicino.

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