Scritto da: Maria Rosaria Teni

Un giorno all'improvviso... e intanto il fiume scorre


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"Mi chiedevi spesso di scrivere un romanzo
sulla tua vita. Mi parlavi della tua
infanzia, della tua giovinezza in tempo
di guerra. Adesso che non ci sei,
raccoglierò i frammenti della tua storia e,
raccontando i tuoi ultimi giorni, ti riavrò
accanto per non soffocare di ricordi
inespressi. Riporterò il tuo tempo, papà,
eternerò i tuoi giorni attraverso parole che
non si smarriranno nel segreto viale di
cipressi."
A mio padre Gerardo, indimenticato

Come succedeva ormai da una settimana, anche quella mattina di febbraio mi avviai verso l'ospedale. Sola, mentre la luce del sole illividita da nuvole minacciose mi accompagnava nel doloroso tragitto in macchina, ero in preda a mille pensieri. Le ruote consumavano l'asfalto viscido, altre vetture bucavano il travaglio della mia solitudine richiamandomi ad un'attenzione svogliata, doverosa ma ingombrante. Avevo dormito male ma non ci facevo più caso... Avevo fretta e l'ansia mi faceva desiderare che tutto passasse, che rimanesse solo un brutto momento da vivere pazientemente e da ricordare tra le esperienze da dimenticare.
Una voce "dentro" mi infastidiva, mi suggeriva eventualità oscure che si vogliono ignorare. Un presentimento si insinuava mellifluo ma non volevo, non dovevo pensare.
Da lontano, finalmente, la sagoma imponente dell'ospedale, issato tra nuvoloni grigi, freddo gigante di inquietudine. Un tuffo ... [segue »]

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