Scritto da: Andrea Bidin

Corro nella tempesta


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Il frastuono del vento che sbatte violentemente contro ogni cosa trovi sul suo cammino è difficile da sopportare: troppo forte è lo spavento che stò provando e che mi attanaglia lo stomaco come una morsa d'acciaio restia a mollare la presa. Ho paura di guardare fuori dalla finestra di casa mia e comprendere cosa diavolo stia accadendo, ho il terrore di accorgermi che tutto possa esser stato spazzato via dall'irruenza di quel fenomeno naturale tanto affascinante quanto pericoloso, ho paura di rendermi conto di non aver via di scampo. Ma qualcosa devo pur fare, non posso restarmene inerme seduto sulla mia poltrona mentre tutto ciò che mi circonda sembra venir inghiottito via dalla forza della natura, che sembra quasi essersi stancata delle malefatte dell'uomo e voglia così vendicarsi di anni di soprusi ed ingiustizie.
Alzandomi dalla poltrona, sento tutta la fatica dei muscoli in evidente tensione per quanto stà accadendo e, per fortuna, la volontà di non cedere è più forte della paura che invade il mio corpo, e riesco quindi ad avvicinarmi alla porta di casa: decido infatti di uscire direttamente e pormi al cospetto della furia naturale che richiede la presenza di tutti noi, colpevoli, di fronte a ... [segue »]

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    Scritto da: Andrea Bidin

    Commenti

    2
    postato da , il
    ti ringrazio davvero dell'analisi lucida, concreta, interessante
    1
    postato da klò, il
    Veritiera, questa descrizione...anch'io ho provato la tempesta e dopo un primo momento di terrore, stranamente si prova un senso di abbandono alla Madre Natura...e persino di entità che trova spazio in mezzo a tutto questo frastuono come fossi un  satellite che ruota proiettato in un sistema dell'universo...Niente da aggiungere al senso morale ampiamente spiegato,  con bella proprietà di linguaggio.

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