Scritto da: Concetta Antonelli

Nico


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...a casa, aveva poco tempo per mangiare e rinfrescarsi, poi tornava al bar, i primi caffè del pomeriggio lo attendevano...
Prese dalla cassetta della posta una lettera, era per lui.
Aprì strappando tutto, quasi anche il foglio interno:
"... e pertanto la convochiamo presso la nostra casa discografica per ulteriori approfondimenti..."
Le gambe gli divennero improvvisamente molli e dovette sedersi sul gradino.
La sua canzone era piaciuta! Lo volevano alla casa discografica per, com'è che diceva?
"Ulteriori approfondimenti"...
Guardò la data: era per venerdì... che fortuna, coincideva con la mattinata di chiusura del bar... alle nove sarebbe stato lì, davanti alla MusicAre, piccola casa discografica vicina a Cinecittà...

I due giorni passarono per Nico in un'atmosfera di sogno: una volta, perfino, non si era nemmeno accorto che Sarah era uscita di casa... se non lo avesse salutato lei, nemmeno l'avrebbe vista!
La testa era nel pallone, ripassava continuamente la canzone che aveva composto, al bar la canticchiava sottovoce, appena arrivato a casa prendeva la chitarra e giù a ripetizione, dieci, venti volte, finché la melodia e le parole perdevano significato nella litania continuata e si fermava di botto dicendo: " Non può essere, non può essere che gli piace la mia canzone..."

E ... [segue »]

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