Scritto da: Mauro Cotone

L'interrogatorio


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...però siamo usciti dal collettore e poi su per un tombino, con la scaletta di ferro. Tutto qui".
"E dimmi, come mai gli altri sono riusciti a scappare? Come mai tu, proprio la mente della banda, il genio dell'evasione, ti sei lasciato prendere a pochi metri dal carcere?".
"Bah, quello... È stato un momento, stavo per salire anch'io su quella macchina...".
"Quella che avete rubato e fatto partire?".
"E già. Santopadre è sempre stato un genio, con i motori. È stato lui a farla partire: questo ve lo posso dire, tanto non li prendete più. E poi, anche se lo prendete, il furto di una macchina aggiunto all'ergastolo...".
"E insomma, sono saliti sulla macchina e stavate per partire... Non mi dire che ti hanno lasciato lì. Che sono scappati abbandonando te, il capo: non c'è un codice d'onore, tra di voi, che lo impedisce?".
"Guardi, nessuno l'avrebbe fatto. Eravamo pronti, ma sono stato io a dirglielo. Non ho rimorsi, e quelli alla fine sono scappati via per forza: le sirene iniziavano a suonare, e non c'era tempo da perdere".
"Sì, ma tu?".
"Che le devo dire, signor commissario? C'era quel bambino che mi guardava: il palloncino gli era scappato di mano e si era impigliato nei rami dell'albero. Mi guardava in quel modo...".
Swish, swish.

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