Scritto da: Michele Ciorra

Come fanno i marinai


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...destò dando evidenti segni di vita.
Il nocchiere lo accompagnò alla cambusa, aprì il portellone con una grossa chiave e, facendogli strada, lo invitò ad entrare all’interno del locale. Era immenso e pieno di ogni ben di Dio per il semplice fatto che, sottolineò il nocchiere, non avrebbero toccato terra se non dopo nove mesi a partire da quell’istante. Giovanni, continuò il sottufficiale, avrebbe dovuto occuparsi in particolar modo dello stato di conservazione delle derrate, riferire a chi di dovere eventuali anomalie e soddisfare le richieste dei cuochi. Compito non meno importante era tener sotto controllo i consumi.
Terminata la comandata, il nocchiere gli consegnò le chiavi della cambusa consigliandogli, nel contempo, di trattenersi qualche ora nel locale in modo da prendere confidenza con la disposizione delle derrate ivi riposte. Cosa questa che, a suo dire, lo avrebbe di molto facilitato nel compito che si apprestava a svolgere.
Lo salutò con un’amichevole pacca sulla spalla e salì in coperta da dove guadagnò il castello di poppa. Giovanni non era nella pelle per la felicità e quel mestiere gli sembrava fatto su misura per fare esperienza prima di accedere alle mansioni che, di diritto, gli sarebbero aspettate.
Navigava con le vele ... [segue »]

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