Scritto da: Gabriele Ceci

Coscienza (Quadri di parole)


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...a corrodermi il corpo ma prima ancora cominciò dall'anima e nel lungo periodo in cui del mio corpo fermo rimase solo l'ombra immobile, paradosso della mia vita veloce, la mia mente cominciò a rimuginare in lungo e il largo sui travagli di tutte quelle corse andate, di tutte quelle albe tutti quei tramonti passati correndo da solo come un ossesso per arrivare fin li dinanzi, dinanzi a cosa tanto grande, e tra un singhiozzo muto e digrignando i denti la rividi nella sua luce accecante, venirmi incontro da lontano, bella, piena, nella sua luce brillava proprio come la ricordavo, e la speranza tornò a lampare.
Continuava lenta a venirmi incontro, e lentamente che si avvicinava capì di quanto tempo avevo perso, di quante corse avrei evitato, se solo mi fossi fermato a guardare un poco più il cielo, se solo l'avessi aspettata per un secondo di più, quanta luce avrei portato con me, quanto più chiara sarebbe stata anche la notte, il tutto, ma ormai il tempo passato era passato e lei lenta stava tornando a riprendermi, per continuare da ragazzi tutto da dove l'avevamo lasciato, brillava, splendeva, e man mano che si avvicinava ai miei occhi malati loro cominciavano a lacrimare e a piangere fino a che forse non troppo vicina a bruciare e a incresparsi, a contorcersi come il mio corpo che credevo ormai immobile in un dolore straziante, in un agonia che bruciava da dentro, inaspettato dolore che mi piegava le ossa le labbra e mi paralizzava, in quell'urlo agghiacciante di quella luce che anche se amica, oramai s'innalzava solo a muro, accecandomi al pensare di vedere al di là di essa.
Composto venerdì 31 luglio 2015

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