Scritto da: Mariella Buscemi
Mitico amore. Trafiggilo con il dardo divino ché io sono donna mortale senza poteri se non posseggo il suo anelito. Invoco iside complice degli amanti infermi perché possa far adagiare le nostre crude passioni sui letti dei suoi crateri ed avvolgerci con le polveri universali, proteggerci con il manto notturno che profila le ombre oltre il visibile e sfama il bramoso desiderio. Enea, ritornami dall'oltre degli oceani, sospinto dai venti grecali, che uranium-coeli sia clemente e non si adiri nelle sue tempeste. Attesa. Fremito. Delphi, cantami il presagio d'eros. Tempio di dea d'infusi e pozioni, irretisci il mio epico compagno con la verbena che strangola i cuori infidi e ribelli. Si esalano profumi d'incenso dalle candele che fendono le magiche atmosfere di promesse sospirate a fior di labbra turgide, si posi la carezza di venere sul villoso petto tra il cuoio e le voglie incipienti perché io possa diventarti amante nella notte e sposa del giorno. Abbandoniamoci al suono dell'oboe che scandisce l'incastro dei nostri peccati. Cullami con le nenie d'orfeo, muto spettatore voyeurista della nostra danza tantrica. Didone pregna nel grembo.

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