Solitaria è la vita per noi

La vita ci scorre addosso inesorabile: i pranzi in famiglia, le festività natalizie, l'ultimo dell'anno in un locale alla moda o ad una festa dell'ultimo secondo, la pasquetta su un prato, le ferie estive al mare tra bambini urlanti, sudore e cocomeri, le sagre, la festa del vino, il cinema al chiuso d'inverno ed ecco che tutto nuovamente ha inizio. Un altro anno, un nuovo compleanno in cui festeggeremo i dodici mesi della nostra vita appena trascorsi che non faranno mai ritorno ed il tempo, tempo, tempo, l'unico, il solo, il vero parametro per misurare le nostre esistenze. Quanti anni sei stato fidanzato? Quante settimane sei rimasto in quella città? Quanti giorni a settimana lavori? Quante ore dormi per notte? Ed è così che diventiamo numeri anche noi e poco a poco più anonimi ci prepariamo ad unirci all'infinito. Lo so, me ne rendo conto, sembra la premessa del sequel "la solitudine dei numeri primi" ed anche il titolo ti ci ha fatto pensare, ma questo racconto non ha così alte pretese, parla dell'esistenza comune, in un luogo comune, con un ruolo ordinario di una famiglia straordinaria che tutt'oggi non sa trovare un significato alla parola "normalità": la famiglia è la mia.

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    Riferimento:
    Il romanzo
    È il più sarcastico, assurdo e paradossale romanzo che io abbia mai scritto eppure, ironicamente, per uno strano scherzo del destino, è anche il più autobiografico. È un romanzo corale tutto al femminile in cui gli uomini sono poco più che semplici figuranti. La storia comincia negli anni '60 quando due ragazze sconosciute in fuga dalla realtà contadina della pianura friulana si incontrano e si scontrano per caso in un paesino della toscana dove i loro destini e quelli dei loro figli si intrecceranno irrimediabilmente nel corso degli anni modificando per sempre le loro esistenze.

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