Scritto da: Maurizio Ferrante

Malika


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...e poi dovrei tornare a casa, sta in quella direzione", e indicò verso il Verano, "posso venire con te, così mi spieghi del cimitero e delle foto, vuoi?" Si tirò su, poi si chinò per riprendersi la borsa che aveva accanto.
"Si, certo", assentii, ma ero sospettoso, ancor più di prima. Si certo, mi piaceva Malika, però avevo la sensazione che fosse solo una mossa per chiedermi altri soldi, magari era veramente una prostituta.
Malika mi era al fianco, era più alta di me, e passando lungo il marciapiede davanti ad uno dei negozi di statue funerarie, dalla vetrina mi parve di non vederla accanto a me. Ma no, mi sbagliavo, la vetrina era molto scura, e Malika doveva muoversi dalla parte in ombra. Ma quella fuggevole impressione aumentò i miei timori, e che ne sapevo!, magari più in là ci aspettava un complice che mi avrebbe derubato. E poi Malika non emanava un buon odore, non doveva lavarsi molto, e i vestiti non erano certo pulitissimi. Emanavano un lieve odore di sudore, muffa, che contrastava con la sua bellezza, il fisico snello da gazzella che ricordava certe foto di Leni Riefenstahl tra le tribù africane. A lei si sarebbero ... [segue »]
Composto giovedì 29 maggio 2014

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