Come ogni sera, si riunivano lì sulla banchisa tra rocce e ghiacci, una folta schiera sembravano di plastica, quegli strani animali la loro pelle così lucida brillava ancora a quell'ultimo sole venivano avanti, con movimenti lenti e goffi sembravano caricati con una chiavetta come i carillon e si muovevano insieme traballando appena mossi disegnando tutto in bianco e nero sullo sfondo blu sopra quel ghiaccio, tra mare e cielo. Pinguini, tutte famigliole, seguite dai loro nuovi nati marciavano compatti, come dei bravi soldati un esercito pigro che avanzava e poi si riposava come se la guerra ormai fosse finita ma invece era appena cominciata. Foche assassine, affamate fanno capolino tra crepe e ghiaccio in mezzo a quei pinguini piombarono sui piccoli straziando i loro corpi ed il loro sangue il bianco, di rosso a colorare tra grida di dolore. L'esercito dei piccoli animali, marciò nuovamente compatto contro quell'ultima foca, contro quel misfatto una mamma coraggiosa volle sacrificarsi, salvando il suo piccino si getto nell'acqua gelida per placare l'ultima foca famelica che si allontanò... Il piccolo Pinguì lasciato senza capire, guardò lontano la sua mamma morire rimase sulla riva ad aspettare.
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