Scritto da: BlueAsh

Sigarette


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...questo, ma da quando papà mi aveva portato nel nostro nascondiglio segreto non avevo più potuto vedere la luce del sole, eccetto quei flebili raggi che attraversavano I fogli di giornale che coprivano la piccola finestra quadrata in alto, a cui ancora non arrivavo. Avevo tentato di chiedere a papà perché non potevo più vedere la maestra Radha, né Amal o Shaila, I miei compagni di banco, ma lui invece di rispondermi si era arrabbiato con me e con la voce roca aveva iniziato a dirmi che non gli volevo più bene, che lui aveva sacrificato tutto per la mia vita, eppure non riuscivo ad apprezzarlo, che bambino ingrato. Si arrabbiava più frequentemente nel nascondiglio segreto; per l'umidità, per la luce scarsa, per il cibo, che era troppo freddo o troppo caldo, troppo salato o troppo sciocco. Allora io mi mettevo in un angolo, con le mie costruzioni, mi tappavo le orecchie e sognavo di essere lontano, fuori da quelle quattro mura. In quei momenti continuavo a rigirarmi fra le mani il piccolo foglietto di carta che quel signore in giacca e cravatta mi aveva dato. All'inizio avevo pensato che sarebbe stato meglio buttarlo, ma più passava il tempo, più ... [segue »]
Composto domenica 5 aprile 2020

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    Scritto da: BlueAsh
    Ha partecipato al concorso
    #IORESTOACASAeSCRIVO

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