Scritto da: Carlo Gragnaniello

Il Prigioniero di Auschwitz

Capitolo: 1

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...Bisogna raccontare e raccontare affinché si abbia la certezza e l'approfondita conoscenza che l'olocausto, è un avvenimento, che lega tutti, perché la storia fa parte del genere umano.
Nessuno deve essere escluso, perché la memoria, ricordare oppure raccontare una verità, deve essere un diritto uguale per tutti.
I tempi sono cambiati e cambieranno sempre, oggi forse non esistono più valori della vita, come una volta, ora tutto è cambiato.
Questo porterà alla razza umana a convivere eternamente con l'ignoranza, cancro portatore di odio e cattiveria.
Oggi chi nega, l'Olocausto, il giorno dello "Shoah" e lo stesso che è pronto a rifare questa terribile atrocità.
Transitare dalla memoria dei sopravvissuti, rivivere nei racconti e nelle parole dei superstiti per divenire memoria collettiva, insegnamento e monito per le future generazioni: anche questa è memoria.
Da anni il ricordo mi affligge dal dolore e dalla sofferenza, il ricordo non mi libera ma mi affligge dall'atrocità e sofferenze, questo ricordo mi chiude il mio cuore, forse il mio cuore si è già chiuso nel lontano 1943, quando entrai per la prima volta nel campo della morte, nell'ade degli ebrei... riservato esclusivamente agli ebrei.
Il ricordo mi affligge, i miei pensieri persino i miei sogni notturni sono lacerati dalla lontana e vecchia visione di odio e vendetta, di sangue e dolore.
Ma la causa determinante di tutto questo era solamente una la superficialità umana, l'odio umano che un uomo può avere contro un altro, perché l'uomo non può godere della felicità del prossimo?...
Ma forse a questo non ci sarà mai una risposta perché da secoli e secoli l'uomo non fa che commettere gli stessi errori per poi scontarli con il sangue.

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