Giorni come rasoi, notti piene di ratti


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...piene di ratti; mentre le donne tiravano sul prezzo come banditrici venute dall'Inferno. I miei fratelli, i filosofi, loro mi parlavano come nessun altro per strada o in giro aveva fatto mai; riempivano un vuoto immenso. Che bravi ragazzi, oh, davvero dei bravi ragazzi! Eh sì, le biblioteche sono state utili; ma nel mio altro tempio, nei bar, era un'altra storia, più semplificata, le parole e i comportamenti erano diversi... i giorni in biblioteca, le notti al bar. Le notti erano simili, hai qualcuno seduto vicino, e magari non è neanche un tipo cattivo, ma a me non ispira per niente, c'è un'orribile aria di morte lì dentro "penso a mio padre, ai miei professori, alle facce che stanno sulle monete e le banconote, ai sogni popolati da assassini con occhi spenti; bè, in un modo o nell'altro io e questo tizio prendiamo a scambiarci delle occhiate, una rabbia violenta inizia lentamente a montare: siamo nemici, cane e gatto, prete e ateo, acqua e fuoco; la tensione cresce, mattone su mattone, in attesa del crollo; le mani giunte e poi sciolte, beviamo, adesso, finalmente abbiamo uno scopo: si gira verso di me:" Amico, c'è qualcosa che non va? " " Come no, sei tu "." E ci vogliamo fare qualche cosa? " " Sicuro ". Finiamo di bere, ci alziamo, e usciamo sul retro del bar, fuori nel vicolo; ci giriamo e siamo uno di fronte all'altro. Io gli dico:" Tra noi due non c'è altro che questa distanza: a te ti va di eliminarla? " lui mi si getta addosso e in qualche modo è soltanto una parte della parte della parte.
Composto domenica 31 marzo 2013

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