Giorni come rasoi, notti piene di ratti


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...letto e che mi sono scordato, e probabilmente non mi sono perso niente, ma mi ricordo di un tizio che ha scritto un libro intero nel quale dimostrava che la luna non c'è e ci riusciva così bene che alla fine tu pensavi, quest'uomo ha assolutamente ragione, la luna non c'è. Come poteva un ragazzo degnarsi di andare a lavorare otto ore al giorno quando non c'era più nemmeno la luna? Cos'altro ti potevano togliere? E non mi piaceva tanto la letteratura quanto piuttosto i critici letterari; erano dei veri cazzoni, quei tizi; usavano un linguaggio raffinato, a suo modo splendido, per dire agli altri critici, agli scrittori, che erano dei rottinculo. Mi rincuoravano. Ma erano i filosofi che soddisfacevano quel bisogno che si celava da qualche parte nella mia testa confusa: immergendomi nei loro eccessi e nel loro farraginoso vocabolario, spesso mi incantavano saltavano fuori con affermazioni azzardate infiammate che mi sembravano verità assoluta o maledettamente vicine alla verità assoluta, e questo tipo di sicurezza era quello che cercavo per la vita di ogni giorno, che assomigliava molto di più a un pezzo di cartone. Quei tizi erano dei grandi, mi hanno fatto sopportare giorni come rasoi e notti ... [segue »]
Composto domenica 31 marzo 2013

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