Poesie inserite da Silvana Stremiz

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Scritta da: Silvana Stremiz

Mistero

Ora io sono tutto
Una tazza di baci,
Come le alte
Snelle vestali
D'Egitto, ricolme
dei divini eccessi.

A te alzo
La mia coppa di baci
e per i recessi
Azzurri del tempio,
Verso te grido
Tra sfrenate carezze.

Dal lucido contorno
Cremisi delle mie labbra
Si libera la passione
Giù per l'agile corpo
Bianco stilla
L'inno commovente.

E immobile
Davanti all'altare
Elevo il calice
Colmo, gridandoti
di genufletterti
e bere, Altissima.

Ah, bevimi, su,
Che possa esser io
entro la tua coppa
Come un mistero,
Quello del vino calmo
In estasi.

Luccicando immoti,
In estasi
I vini di me
E di te mescolati
In uno còmpiano
il mistero.
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    Scritta da: Silvana Stremiz

    Canzone d'amore

    Non respingermi se ti dico
    Che scordo il suono della tua voce,
    Che i tuoi occhi dimentico, felici mentre indagano
    Traverso il tempo per scorgere il nostro matrimonio.

    Ma quando sbocciano i fiori del melo
    Sotto la luna dalle dita pallide,
    Sul mio petto vedo il tuo chiaro volto
    E i miei obblighi cancello, fingendomi malato.

    Allora sulla mia camera chiudo
    Le imposte a nascondere il giardino, dove lieta
    È la luna per i fiori aperti, che la seducano
    Con la loro bellezza, chiedendo d'esser ricambiati.

    E a te levo le braccia dolenti
    E il mio petto avido angosciato sollevo
    E lacrimo davvero tormentandomi per te,
    E alle porte del sonno mi slancio, per riposare.

    Tutta l'ansiosa notte m'agito per te,
    Sognando che sottomessa la tua bocca si porga alla mia,
    Sento trasportarmi dal tuo petto vigoroso
    In un sonno che nessun dubbio o sogno può insidiare.
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      Scritta da: Silvana Stremiz

      Corni da caccia

      La nostra storia è nobile e tragica
      Come la maschera d'un tiranno
      Né drammi audaci o ammaliatori
      Né indifferenti minuzie sanno
      Render patetici i nostri amori

      E Thomas de Quincey succhiando
      L'oppio veleno dolce e casto
      La povera Anna andava sognando
      Passiam passiamo ché tutto passa
      Mi volterò all'indietro spesso

      Sono i ricordi corni da caccia
      Il cui bruito muore nel vento.
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        Scritta da: Silvana Stremiz

        Le campane

        Zingaro bello amore mio
        Ci siamo amati storditamente
        Senti che razza di scampanio
        E vuoi non lo sappia la gente

        Ci siamo nascosti assai male
        Con tante campane a tiro
        Dai campanili son state a guardare
        E ora lo spargono in giro

        Domani Cipriano ed Enrico
        Maria Orsola e Caterina
        La fornaia e suo marito
        E poi Geltrude mia cugina

        Sorrideranno quando passerò
        Nascondersi chi più potrà
        Sarai lontano Io piangerò
        Ne morirò Chissà.
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          Scritta da: Silvana Stremiz

          Marizibill

          A Colonia per l'Altavia
          Se n'andava su e giù ogni sera
          Offerta a tutti tutta malìa
          Finché di battere stanca sedeva
          Tardi a una losca birreria

          Sulla paglia si riduceva
          Per un suo pappa di pelo rosa
          Era un ebreo d'aglio sapeva
          Che giunto dritto da Formosa
          Tolta a un casino di Sciangai l'aveva

          Inette a equiparar la sorte
          So di persone d'ogni genere
          Incerte come foglie morte
          Gli occhi tizzoni nella cenere
          Mobili i cuori come le porte.
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            Scritta da: Silvana Stremiz

            Il ponte Mirabeau

            Sotto il ponte Mirabeau scorre la Senna
            E i nostri amori
            Me lo devo ricordare
            La gioia veniva sempre dopo il dolore
            Venga la notte suoni l'ora
            I giorni se ne vanno io rimango

            Le mani nelle mani faccia a faccia restiamo
            Mentre sotto
            Il ponte delle nostre braccia passa
            L'onda stanca degli eterni sguardi
            Venga la notte suoni l'ora
            I giorni se ne vanno io rimango

            L'amore se ne va come quest'acqua corrente
            L'amore se ne va
            Com'è lenta la vita
            E come la Speranza è violenta
            Venga la notte suoni l'ora
            I giorni se ne vanno io rimango

            Passano i giorni e passano le settimane
            Né il tempo passato
            Né gli amori ritornano
            Sotto il ponte Mirabeau scorre la Senna
            Venga la notte suoni l'ora
            I giorni se ne vanno io rimango.
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              Scritta da: Silvana Stremiz

              I colchici

              Il prato è velenoso ma bello in autunno
              Le mucche pascolandovi
              Lente vi s'avvelenano
              Vi fiorisce colore d'occhiaia e di lillà
              Il colchico I tuoi occhi sono come quel fiore
              Violastri come il livido che li cerchia e l'autunno
              E lenta la mia vita per loro s'avvelena

              Arrivano fracassoni da scuola i ragazzini
              Incasaccati di panno e suonando l'armonica
              Colgono le freddoline che sono come madri
              Figlie delle loro figlie e color delle palpebre
              Che batti come i fiori batte il vento demente

              Il mandriano canta dolcissimamente
              Mentre per sempre il prato mal fiorito da autunno
              Abbandonan muggendo le mucche lentamente.
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                Scritta da: Silvana Stremiz

                Notte renana

                M'empie il bicchiere un vino che ha tremori di fiamma
                Udite la canzone lenta d'un battelliere
                Dice di sette donne viste sotto la luna
                Torcersi i capelli verdi e lunghi fino ai piedi

                Alzatevi e in girotondo cantate più forte
                Ch'io più non senta il canto di quel battelliere
                E mettetemi accanto tutte le ragazze bionde
                Col loro sguardo fisso le loro trecce ritorte

                Il Reno s'ubriaca il Reno specchio alle vigne
                Vi cadono a riflettervisi tremando gli ori notturni
                La voce canta sempre da rantolomorirne
                Le fate in verdi chiome che incantano l'estate

                Il bicchiere ha lo schianto d'un romper di risate.
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                  Scritta da: Silvana Stremiz

                  Hotels

                  La camera è sola
                  Ognuno per sé
                  Presenza nuova
                  Si paga a mese

                  Il padrone dubita
                  Pagheranno
                  Giro per strada
                  Come una trottola

                  Il rumore delle carrozze
                  Il mio brutto vicino
                  Che fuma un acre
                  Tabacco inglese

                  O La Vallière
                  Che zoppica e ride
                  Delle mie preghiere
                  Tavolo da notte

                  E tutti insieme
                  In questo hotel
                  Sappiamo la lingua
                  Come a Babele

                  Serriamo le porte
                  A doppia mandata
                  Ognuno porta
                  Il suo solo amore.
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                    Scritta da: Silvana Stremiz

                    Rammarico

                    Chi questo nuovo pianto in cuor mi pone?
                    Verso Occidente, o dolce madre Aurora,
                    da te lontano la mia vita è corsa.
                    Il cielo s'alza e tutto trascolora;
                    passano stelle e stelle in lenta corsa;
                    emerge dall'azzurro la grand'Orsa,
                    e sta nell'arme fulgido Orione.
                    Come più lieta la tua vista, quando
                    un poco accenni delle rosee dita;
                    e la greggia s'avvia scampanellando,
                    esce il bifolco e rauco i bovi incìta,
                    canta lassù la lodola - apparita
                    ecco Giulietta, e piange, al suo balcone! -.
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