Poesie inserite da Sara Garmata Brillanti

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Scritta da: Sara Garmata Brillanti

Cosa resta di noi?

I riflettori si spengono,
si accende un piccolo grande schermo
e ci accaniamo appesantiti dalle nostre vite
l'uno sull'altra,
senza pietà,
senza vincoli,
senza vergogna.
Un'attitudine eccessiva,
esclusiva,
unica nello storico di entrambi,
chi eravamo in quegli attimi
dove i nostri corpi si rifiutavano e
le nostre bocche davano e prendevano aria?
Feroci animali di una giungla in cattività,
mi ritrovo a terra,
zimbello additato.
Capisco ma non ho forza,
ho solo lacrime che protestano silenziose.
Imploro un perdono per un atto
che non avrei mai compiuto e invoco la pace con il mio rivale.
C'è sangue, paura, freddezza e ripudio in quegli occhi.
Si chiudono le palpebre dei morti,
si chiude un pesante sipario rosso
di un film bellissimo con un finale devastante.
Le nostre mani sciolgono l'intreccio,
silenziosi ci allontaniamo,
dopo tutto questo cosa resta
di noi.
Cosa.
Composta domenica 4 ottobre 2020
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    Scritta da: Sara Garmata Brillanti

    Il tuo pilastro

    Mi trapassano i tuoi tristi occhi in queste intense giornate che sanno d'incertezza. Ci teniamo le mani, avvinghiandole l'una all'altra, come per sorreggerci, quasi a sollevarci da questo mondo malvagio. Ci serriamo in un abbraccio che parla di tutto e non ci diciamo niente, consapevoli che le parole spesso siano inutili. Ti prometto e mantengo, al di là di ogni confine spazio temporale, questa spalla, nuova, sconosciuta ma vera. Sei caduto troppe volte appoggiandoti su chimere. Adesso non ti attendono inganni o false verità, puoi appoggiarti a me, sarò la colonna che non hai ancora trovato, curerò e guarirò ogni tua ferita che ti hanno portato a tanta giustificata sfiducia.
    Composta mercoledì 15 gennaio 2020
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      Scritta da: Sara Garmata Brillanti

      L'insieme di me

      Ti osservo scorgendoti fra le soffuse luci notturne, mentre dormi tranquillo, nel sonno di un bambino che pecca d'innocenza. Mi avvicino ammirandoti nel morbido respiro, ti venero estasiato, quasi incredulo che noi umani spesso disumani si possa arrivare a tanto, a creare la nostra ragione di vita. Accarezzo gli angelici capelli biondi, scovo in te molto di me, abbozzo un sorriso e avverto i miei occhi traboccare d'amore. Sei il punto fermo che mi nega la solitudine, il centro di un mondo che mi si è sgretolato attorno, del quale evito le macerie, andando avanti consapevole che potrei ferirmi ancora. Ho riposto speranze in un sogno che oggi sta diventando un incubo, dove non ci sono vincitori o vinti ma un'ingiusta giustizia. Ho frammenti polverizzati di quello che è stato un cuore, mi sento smarrito nel sentiero dell'esistenza, tante domande e nessuna risposta, se non la tua essenza, la promessa che saremo per sempre. Oltre ogni confine invalicabile scaleremo le montagne della vita, un giorno scenderemo a valle e tutto sarà più semplice. Mi accoccolo vicino e ti stringo a me, daniele sei la parte di me che non mollo, che mi rende forte e mi ha reso l'uomo che sono.
      Composta venerdì 13 dicembre 2019
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        Scritta da: Sara Garmata Brillanti

        Dai nostri treni

        S'incontrano due treni a diverse velocità, su distinti binari, paralleli, vicini. Frenano improvvisamente, stridono, nessuno cade, due finestrini sono vicini, perfettamente congruenti l'uno sull'altro.
        Si affacciano increduli destandosi dagli insidiosi pensieri, e occhi negli occhi non sono più l'uno e l'altra ma diventano loro.
        Parole che si mescolano serie in vivace serenità collettiva, allegria complice, una conoscenza già redatta inspiegabile che si districa fra due vetri, adesso aperti, bannando ogni limite di protezione.
        Tendono le mani perseverando la loro conoscenza, si stringono, i treni fischiano, ripartono, ma nei loro palmi un numero che forse diventerà galeotto.
        Qualunque sia la destinazione si ritroveranno, saranno anime ribelli di una vita in maschera, in un loro mondo sincero che abbonda di sola felicità, qualsiasi essa sia.
        Composta martedì 22 ottobre 2019
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          Scritta da: Sara Garmata Brillanti

          Illusa paura

          Mi sono imbattuta nella più stupida realtà,
          mi sono presa gioco di me,
          non avrei mai puntato quel numero,
          in quell'oscura stanza,
          dove tutto è concesso,
          dove niente è donato.
          Mi sono lanciata priva del paracadute
          da un precipizio che parlava di suicidio,
          in una notte di luglio che fremeva di fame di vita.
          Un'allucinazione che ferma mi ha accecata,
          incredula e stordita in mezzo ad una strada,
          in un paese insignificante che forse sarà eletto galeotto.
          Sono cellule che si mescolano fra loro,
          in secondi che sembrano miliardi impazziti,
          mi nascondo dietro al mio lato solare,
          addobbando nascosta una timidezza sfrenata.
          Balzano le ore come palle agitate,
          dentro al flipper dell'esistenza,
          nel buio della sera che si fa silenziosa.
          Mi avvolgo e mi svolgo in discorsi spesso senza sfondo,
          osservandoti di sottecchi,
          si cela un'anima
          che ha troppo passato.
          Esitiamo a congedarci,
          esausti di felicità,
          increduli della sorte.
          In fretta apro la mia auto,
          lì sospeso un abbraccio
          fatto di speranze e sogni,
          oggi tali,
          domani chissà.
          Composta sabato 13 luglio 2019
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            Scritta da: Sara Garmata Brillanti

            Solamente sola

            Ozio annoiata su questa invenzione fatalmente letale,
            scovandoti nei meandri della mia mente accoppiati con i cunicoli del cuore.
            Sei e vivi prepotente senza tua iniziativa,
            nell'anima sfatta,
            nel tumultuoso quotidiano,
            in uno sporco corpo.
            Domini e tessi
            i fili di una maglia che s'impiglia,
            si allunga e dilunga,
            strozzandomi conscia
            di una maliziosa intenzione.
            Cacciatore di identità disperse,
            chi sei tu se non il lupo di mare
            di quel famoso venerdì.
            Abbandono l'infernale arsenale,
            mi scontro e corro,
            mi chiedo solo cosa ne sarà di me.
            Fra tanti sarò nessuno,
            il nessuno di nessuno,
            finalmente libera,
            evacuata dai sentimenti,
            quelli che forse menti,
            serpenti ardenti che ricordi saranno.
            Desta da un sogno,
            il cielo al mio cospetto,
            figlia di un ponte che mi sovrasta armonioso,
            un'identità abbandonata
            e dentro di me l'amore
            per una concreta lurida esistenza che bolle di dignità.
            Composta domenica 21 luglio 2019
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              Scritta da: Sara Garmata Brillanti

              Saccente superbia

              Scala e cala
              dalla montagna alla valle,
              deponi la superba superbia
              e renditi uomo a noi terreni.
              Vale,
              Valerio,
              quel tanto sudato e malandato foglio,
              quello che stringi stretto
              quando presente ti presenti.
              Assente nella presenza,
              pecchi nel peccato della memoria,
              addobbi scuse dinanzi ad essa,
              inchinandoti con falsa eleganza
              devii e macchi l'aria di inutili parole.
              Incolpi e tiri colpi al tuo passato,
              illudendoti di essere migliore di ieri,
              peggiore di domani.
              Ti lodi e ti riveli senza veli,
              ad un mondo che fermi e difformi
              in un celeste turchino che ti illudi viva di te.
              Poniti dinanzi allo specchio che adocchia oggettivo,
              smonta e sventra i castelli
              che impavido hai costruito intorno a te,
              guardati con le pupille
              della modesta modestia,
              sei solo uno
              ma non sarai mai Qualcuno.
              Respirerai spirando
              nell'inquieta solitudine,
              nella giudizio di condanna
              con cui hai vestito e svestito donne,
              ignaro della presunzione che ti avvinghiava.
              A parte apparto te,
              nel baule degli oblii,
              certa nella certezza
              che tu pesassi soltanto quanto quella triste laurea.
              Composta lunedì 10 dicembre 2018
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                Scritta da: Sara Garmata Brillanti

                Dalla vita

                Ti fisso nella tua misera altezza,
                ti vengo incontro decisa,
                la testa bassa e la mente alta,
                sicura di me,
                con appresso queste pesanti gambe incatenate da cavigliere che mi lacerano senza pietà.
                Uno sgabello innocuo,
                chissà cosa sei stato prima di ospitare questi stanchi piedi per l'ultima volta.
                Si annoda oltre modo questo nodo in gola,
                oggi certo che sarà l'ultimo,
                così fermo e deciso,
                nido di immense personali sofferenze,
                cellula cancerogena che sopravvive imperterrita.
                Volgo il volto alla corda,
                quanti nodi quelli dei marinai,
                quanto fascino nel riconoscerli e saperli fare.
                Sono obesa oggi
                ma ho forza in queste braccia magre,
                unica cosa che non ho mai odiato abbastanza di me
                e dono loro il privilegio di un atto tanto illecito quanto risolutivo.
                Ti stringo forte a questo esile e lungo collo,
                dove i vampiri si sono cibati e gli angeli mi hanno baciato,
                ma i denti lasciano il segno,
                i baci solo una vibrazione che vola immediata.
                Sono pronta per il decollo, non mi aspetto niente verso il niente,
                vedo l'aria e il verde,
                il mare e le montagne,
                la libertà che mi chiama minacciosa.
                Salto nel vuoto che poco spazia da un fermo pavimento
                che si fa calpestare come ho fatto io,
                non ci sarà mai un prezzo da pagare per questa ignobile libertà.
                Mi appendo egoisticamente all'albo dei vigliacchi che non sono rimasti.
                Composta lunedì 3 aprile 2017
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                  Scritta da: Sara Garmata Brillanti

                  Alla vita

                  Adagiate sul letto,
                  i corpi stretti,
                  occhi negli occhi,
                  le mani abbracciate,
                  ti conduco nel riposo notturno alla volta di una nuova alba.
                  Osservo già colma di malinconia
                  questa tua purezza,
                  un'innocenza che nessun adulto possiede,
                  un bene immane e sacro che ogni bambino dovrebbe avere.
                  Socchiudi i tuoi occhi avviandoti nei sogni
                  che ti accompagneranno anche questa notte
                  e mi ostino a studiarti,
                  a respirare profondamente il candore che ti adorna.
                  Ti proietto in un futuro poco lontano,
                  nell'indipendenza che acquisirai anno dopo anno,
                  abbracciando la tua libertà restituendomi la mia,
                  ormai inutile perché devota a te,
                  oh mia ragione di essenza.
                  Cavalcherai e combatterai i giorni che ti attraverseranno oltraggiosi
                  e ti macchierai come tutti noi di peccati,
                  atti disadattati alla persona,
                  mole di morale che rotola aggrovigliandosi raccattando di tutto.
                  Una notte di domani mi chiederai la mano come oggi
                  e sarai lucida e chiara quando mi domanderai dove ti abbia condotta,
                  cosa sia tutto ciò che ti avvolge e stravolge ferendoti con ferocia.
                  Forse sarai debole come me,
                  bagnerai il cuscino che ti cullerà e io allora sarò forte anche per te,
                  come non lo sono oggi
                  e ti guarderò osservando anche i tuoi peccati
                  e ti dirò che stai solamente vivendo.
                  Composta giovedì 9 febbraio 2017
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                    Scritta da: Sara Garmata Brillanti

                    Causa effetto affetto

                    Non avanzo richieste,
                    non esigo che tu mi senta nell'anima,
                    non voglio che stravolgi i tuoi giorni con la mia leggiadra presenza.
                    Non ho tempo per pensare,
                    per capire,
                    per esitare,
                    per evitarti,
                    il tempo ci possiede e ci gongola senza meta,
                    così come i nostri sconfinati pensieri.
                    Non azzardarti in parole sentimentali,
                    non agganciarmi all'albo dei trofei,
                    resta in silenzio ogni volta che vorrai.
                    Sono tanti gli anni che mi attorcigliano priva di affetto,
                    fuori da questo nido so chi sono ma non come sono,
                    indosso una corazza e combatto questa guerra,
                    ormai proposta imposta e senza sosta.
                    Taci adesso che sento brulicare qualcosa dentro questo corpo di cartapesta,
                    fa effetto l'affetto che non riconosco da anni,
                    è nuovo,
                    è bello,
                    è magico
                    ma devo celarlo a me,
                    nasconderlo a te,
                    soffocarlo con la speranza che tu non lo scovi mai.
                    Questa sensazione è il dono più bello che potevi farmi,
                    in una vita,
                    in questa vita,
                    dopo anni di un cuore che non sa più di sangue.
                    Composta sabato 17 dicembre 2016
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