Poesie inserite da Marzia Ornofoli

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Scritta da: Marzia Ornofoli

Giglio bianco

Giglio bianco nascesti,
nella terra rossa degli ulivi.
Negli occhi l'azzurro del mare,
la luce del sole scintillante,
sogni d'amore ricamati,
coi colori dell'arcobaleno
e della tua giovane età.
Sogni infranti contro un muro,
un muro nero costruito
da chi diceva d'amarti,
fiduciosa gli andassi incontro,
vestito d'angelo l'uomo nero ti ha sorriso.
Il tuo candido corpo,
fra le sue mani burattino,
bambola di pezza,
da buttare in un pozzo
di non ritorno.
Giglio bianco nascesti,
nella terra rossa degli ulivi
giglio del giardino celeste,
dove i sogni diventano fiori candidi
per rallegrare gli angeli come te.
Composta giovedì 14 ottobre 2010
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    Scritta da: Marzia Ornofoli

    Valigia

    Una valigia aperta sul letto.
    Letto che era di petali rosa,
    di parole sussurrate su labbra ardenti,
    di promesse d'amore eterne,
    di corpi uniti dall'amore.
    Ora non c'è più nulla,
    la valigia si riempie d'abiti,
    ricordi lontani persi in un inganno.
    Vestiti di lacrime, riempiano la valigia,
    mentre il tempo cancella amarezze
    di momenti di vita,
    rincorsi su una spiaggia,
    infuocata dal tramonto
    un ultimo abito riempie la valigia,
    bianco come la neve,
    un fiore rosso come il sangue,
    vita cancellata in polvere da sparo.
    La valigia si chiude,
    un ultimo sguardo alla sua impronta,
    la porta si chiude alle spalle.
    L'acqua attraversa un ponte,
    nel silenzio della notte buia,
    un sospiro, un lancio, l
    a valigia cade scompare,
    nell'acqua scura,
    passi si allontanano
    riecheggiando di malinconia
    di un passato che non tornerà.
    Composta sabato 25 settembre 2010
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      Scritta da: Marzia Ornofoli

      La voce del mare

      Spumeggiante l'onda,
      cresta bianca che sprigiona
      la forza e la voce del mare,
      incanto richiamo
      per creature lo lasciarono.
      Io fui una di esse,
      per amore ti lasciai.
      Nella notte quando,
      tutti dormono e
      solo la luna mi guarda,
      torno a te ascoltando,
      i tuoi mille racconti,
      di marinai
      di navi
      ormai fantasmi.
      Una lacrima scivola,
      di sale
      di te essa sa.
      Le tue acque mi sfiorano i piedi,
      e mi ritrovo nuotare
      nel tuo silenzio,
      nella mia anima,
      che non ti ha mai abbandonato.
      L'alba è quasi sorta,
      i raggi del sole
      ti fanno oro,
      riemergo,
      resto ancora un momento
      ad ascoltare il tuo saluto
      "arrivederci figlia".
      Composta lunedì 30 agosto 2010
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        Scritta da: Marzia Ornofoli

        Notte

        Nel sonno irrequieto della notte,
        ho sorvolato la città,
        il suo lato più scuro mi ha mostrato,
        dove l'amore viene venduto
        per pochi denari,
        dove l'anima viene bruciata
        in un cucchiaino scaldato
        e in una siringa infetta.
        Mi ha mostrato un luogo,
        dove ci sono cocci bottiglie,
        menti bruciate dall'alcol,
        corpi distesi su un marciapiede,
        senza più dignità
        senza più volontà.
        Mi ha mostrato il grido di una donna,
        lasciata su un pavimento sporco di sangue,
        con abiti stracciati e occhi vitrei
        pieni di terrore
        L'alba poi è sorta
        sembra essersi portata via,
        il lato oscuro della notte,
        ma esso è ancora li nascosto
        pronto a mostrare la sua oscurità.
        Composta venerdì 20 agosto 2010
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          Scritta da: Marzia Ornofoli

          Il mio cane lessie

          È passato così tanto tempo,
          eppure mi sembra di sentire il tuo calore.
          Ricordo quando arrivasti nella mia vita,
          io ancora una ragazzina e tu un piccolo cucciolo,
          una palla di pelo,
          ti presi in braccio e tu mi guardasti,
          occhioni neri grandi vispi,
          un musetto appuntito,
          fu amore a prima vista,
          scegliesti tu il nome,
          come scegliesti tu a chi legarti.
          Quando eri piccolo ti prendevo in braccio,
          tu contento appoggiavi la testa al mio petto
          e ascoltavi il battito del cuore,
          sei cresciuto in fretta e in braccio non venisti più,
          forse memore di quei momenti,
          ma continuavi ad ascoltare il mio cuore.
          Quante ore passavo a spazzolarti il pelo,
          che al vento sembrava un onda fulva.
          Passeggiavamo l'una accanto altro,
          non avevo bisogno del guinzaglio,
          tu non ti spostavi dal mio fianco,
          nelle lunghe serate d'inverno,
          il tuo posto preferito era sdraiarti sopra ai miei piedi.
          È passato molto tempo da quando accadeva tutto ciò,
          tu non ci sei più ma avvolte,
          mentre passeggio mi sembra di sentire la tua presenza,
          oppure nelle serate d'inverno sento il calore del tuo corpo
          sui miei piedi
          Forse succede perché ancora,
          ti sogno mentre corriamo nei prati
          attorno a casa,
          non ti ho mai detto addio
          ma ciao Lessie ciao Lillo.
          MARZIA ORNOFOLI
          20/08/10
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          IL MIO CANE LESSIE
          È passato così tanto tempo,
          eppure mi sembra di sentire il tuo calore.
          Ricordo quando arrivasti nella mia vita,
          io ancora una ragazzina e tu un piccolo cucciolo,
          una palla di pelo,
          ti presi in braccio e tu mi guardasti,
          occhioni neri grandi vispi,
          un musetto appuntito,
          fu amore a prima vista,
          scegliesti tu il nome,
          come scegliesti tu a chi legarti.
          Quando eri piccolo ti prendevo in braccio,
          tu contento appoggiavi la testa al mio petto
          e ascoltavi il battito del cuore,
          sei cresciuto in fretta e in braccio non venisti più,
          forse memore di quei momenti,
          ma continuavi ad ascoltare il mio cuore.
          Quante ore passavo a spazzolarti il pelo,
          che al vento sembrava un onda fulva.
          Passeggiavamo l'una accanto altro,
          non avevo bisogno del guinzaglio,
          tu non ti spostavi dal mio fianco,
          nelle lunghe serate d'inverno,
          il tuo posto preferito era sdraiarti sopra ai miei piedi.
          È passato molto tempo da quando accadeva tutto ciò,
          tu non ci sei più ma avvolte,
          mentre passeggio mi sembra di sentire la tua presenza,
          oppure nelle serate d'inverno sento il calore del tuo corpo
          sui miei piedi
          Forse succede perché ancora,
          ti sogno mentre corriamo nei prati
          attorno a casa,
          non ti ho mai detto addio
          ma ciao Lessie ciao Lillo.
          Composta venerdì 20 agosto 2010
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            Scritta da: Marzia Ornofoli
            Ci sono profumi che c'accompagno nella vita.
            D'inverno le castagne arrostite,
            ci regalano un magico cuore caldo.
            Nelle giornate afose dell'estate,
            la pioggia sull'asfalto
            ci regala i ricordi di strade percorse
            miglia di volte.
            Campi di pannocchie mature,
            costeggiano il nastro d'asfalto,
            poco lontano gli alberi di cachi
            con i frutti immaturi,
            ma che già raccontano una storia,
            una storia antica di come segno il destino
            di una antica città.
            L'aria fresca si mescola al vento
            che fa sussurrare allegramente le foglioline,
            volteggiamo poi foglioline gialle
            come gocce pioggia prima di toccare a terra,
            in lontananza s'ode un trattore sbriciola erba,
            e all'improvviso un profumo intenso riempie l'aria,
            l'erba medica racconta corse nei prati a piedi nudi,
            di risate che muoiano su labbra ardenti d'amore.
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              Scritta da: Marzia Ornofoli
              Uomo perché ti meravigli?
              Perché ti sorprendi se io mi ribello?
              Io ti ho dato i miei frutti,
              e tu che cosa mi hai dato?
              Io ho creato una barriera contro i raggi nocivi del sole,
              per poi far passare solo quelli benefici per te,
              ho creato un cielo pieno d'ossigeno,
              perché tu possa respirare
              ho creato mari e oceani pieni di pesci,
              ho creato fiumi e laghi
              ho creato foreste con animali,
              ho creato alberi con dolci frutti,
              ho lasciato che tu mi arassi per coltivassi il grano,
              che io stessa ti ho dato.
              Tutto questo ho creato per te,
              per te che sei mio figlio,
              il figlio prediletto,
              quello che avrebbe dovuto governare tutto questo,
              io ti avevo insegnato come fare,
              tutto quello che ti chiedevo era di preservarmi,
              e invece...
              ... invece hai bucato la barriera,
              e il sole ora brucia,
              hai costruito tubi dai quali esce fumo nero,
              e l'ossigeno ormai sporco e tu respiri male,
              chiazze nere di tanto in tanto affiorano
              come fiori del male sui mari e sugli oceani
              uccidendo le creature che vi abitano,
              e lo stesso hai fatto con i fiumi e i laghi,
              con scarichi di melma che persino tu eviti,
              distruggi le foreste, hai sterminato animali,
              hai modificato i frutti degli alberi e della terra.
              E ora ti meravigli, ti sorprendi,
              se io cerco di farti sentire la mia disperazione,
              invece di chiederti perché a mia volta distruggo ciò che costruisci,
              aiutami a preservare ciò che è rimasto in tatto,
              per te figlio mio fallo per te.
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                Scritta da: Marzia Ornofoli
                Sono distesa sul letto e ascolto,
                ascolto la pioggia che cade,
                mille sensazioni mi da,
                si sente solo il suo cadere,
                in un silenzio avvolgente.
                Chiudo gli occhi lasciandomi trasportare
                dal suo sussurrare, ma...
                ... ma le tue braccia m'avvolgono,
                le tue labbra sfiorano le mie,
                nuove sensazioni si mescolano a quelle della pioggia,
                i respiri che divento uno,
                i corpi s'uniscono per formare un fiore d'amore,
                in quella dimensione che i cuori e le anime
                sono un tutt'uno con l'universo amore e poi...
                ... e poi noi abbracciati feci ascoltiamo il mormorio della pioggia.
                In lontananza il campanile risuona con rintocchi armoniosi,
                mentre i respiri s'addormentano al battito dei nostri cuori.
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                  Scritta da: Marzia Ornofoli
                  Non so se l'aria che si respira
                  che rende la sua gente speciale.
                  Apparentemente sembra un paese come tanti,
                  macchine che lo attraversano velocemente,
                  la gente che cammina frettolosamente,
                  biciclette sfrecciano nelle strade secondarie,
                  solo alla domenica la gente ha un ritmo tranquillo.

                  La piazza si riempie di gente,
                  un sussurro una chiacchiera rubata,
                  indecisione su cosa andare a vedere per primo.
                  In comune forse, ce la mostra di Covoni,
                  no meglio andare su in pinacoteca,
                  ce la mostra d'artisti vari tutti del paese naturalmente,
                  no, no meglio andare alla rocca ce la mostra di Pinardi,
                  ma allora andiamo a vedere quella di Sisti,
                  oh insomma da dove cominciare.

                  Qualcuno è fermo davanti alla locandina del teatro,
                  il gruppo aumenta, indecisione se andare a vedere
                  la commedia o dirigersi alla chiesa della santissima trinità
                  la ce una lettura di poesie,
                  anche nel giardino delle rose ce una lettura,
                  oppure nella piazzetta degli liutai.

                  Io non so se è l'aria che si respira,
                  ma la gente di questo paese,
                  è un po' artista e un po' poeta,
                  eppure a guardarlo sembra un paese
                  come tanti.
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                    Scritta da: Marzia Ornofoli
                    Freccia luminosa,
                    attraversi il cielo della notte,
                    porti con te desideri dell'anima,
                    legati a te da un filo d'argento.

                    Sognare guardandoti e sperare,
                    tenere le dita incrociate per il desiderio,
                    evanescente sogno che accarezza la mente,
                    luna pallida espande i suoi raggi,
                    lento il respiro mentre il desiderio s'avvera
                    energia che sussurra il tuo nome.

                    Cuore che palpita ascoltando parole d'amore,
                    arde il fuoco della passione,
                    desiderio inconfessato legato ad una stella,
                    entra nell'oblio della notte che svanisce
                    notturno il canto della sirena innamorata
                    tramonto d'illusioni lontane
                    isola nel cielo che svanisce prima di toccare terra.

                    Freccia luminosa
                    che attraversi il cielo della notte,
                    che porti i desideri dell'anima,
                    lega a te il mio desiderio d'amore
                    con un filo d'argento.
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