Poesie inserite da Mariella Buscemi

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Scritta da: Mariella Buscemi

Nella mente d'un uomo violento

Che "Mia" diventi la voce del verbo
pronunciata sulla torsione del polso
e lasci il segno del possesso
nel piacere del livido
senza mia colpa
ché lei è rea confessa
pur nella tela di ragno
per mosche rosa

Tra il lucido e il torbido
mi specchio, doppio,
Narciso morboso
di un irrisolto Edipo in fasce

Tra l'ossessione e la furia
a succhiare il sangue
nell'eccitazione dei dinieghi
il controllo dell'ubbidienza
a mani giunte, come in preghiera,
con i lacci traumatici di tortura fredda
terrorista e tiranno
ché sono tua vittima
al talamo
d'una luna di miele rancido

La violenza mi cura la paura
ché se alito sul collo, allora respiro;
la perfezione inscenata.
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    Scritta da: Mariella Buscemi
    Se in mezzo al petto
    mi nascesse stalagmite di fuoco
    e in lacrime calcaree
    librassi in passi di cielo,
    una preghiera diverrebbe tetto
    e nevicherei tutti gli schiaffi dell'aria dolorosa

    Se la pelle mi diventasse d'amianto
    e il gelo scrostasse patine di paura
    precipiterei acqua
    per risalire e svaporare
    fumogena
    pellicola rarefatta
    rifratta
    per gioco di luce
    tra cristalli fragili

    Se fossi stagione
    mieterei
    adesso
    per sfamarmi di pane
    e farmi scorta e formica
    piccola
    nera
    così lontana dai cicalecci

    Anima granulare
    brina e germe freddo
    con la secchezza del peso verso il suolo
    e il terrore del gelicidio
    sarei gragnola
    e muterei il nome in Siberia.
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      Scritta da: Mariella Buscemi
      Dev'essere stato un ricordo, l'ultimo sussulto
      e le dita che battono sui tasti
      come fosse una marcia di pensieri in fila
      sul filo della bocca chiusa.
      Ci vuole il latte alle mandorle per certe cose della mente
      – mi dico; lo direi anche a te se ci fossi –
      credo tutto sia in eredità.
      Dallo splendore alla paura,
      dal coraggio alla disfatta,
      dal misfatto alla tragedia,
      dall'ansia al riso immotivato.
      Ho visto molte cose in questi giorni appena trascorsi.
      Conchiglie grandi così.
      E onde.
      Onde alte così.
      I miei occhi e le sue mani.
      Forse, il possibile è da aspirare lungo un tiro di sigaretta
      e per il probabile giro bene il caffè così sa più dolce.
      Mi mancano quattordici pagine per finire il libro,
      poi, magari, ne scrivo uno io.
      Sta bene questo nuovo vaso all'angolo della stanza.
      L'altro è ancòra vuoto.
      Mi sento andare verso un rassicurante autunno.
      Più mio.
      Questo è quanto.
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        Scritta da: Mariella Buscemi
        In difesa della me più disabitata
        ho contato cento mani in assedio
        ai piedi della mia anima sfitta
        ma non c'è posto alla mia mensa

        a dare la parvenza di un tutto intero
        e persino doppia
        per trovare di me
        la metà che sono
        e bastarmi
        addirittura
        mi avanzo
        come scarto
        al convivio stanco della mia carne
        fatta pane per saziarmi
        simposio decadente
        sinossi dei digiuni imposti

        sul telaio delle mie fughe,
        il dipinto scheggiato di chi m'insegue
        - ho mille solitudini, una per ogni occasione diversa -

        sul tuo richiamo
        sono nemo senza nome.
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          Scritta da: Mariella Buscemi
          Se Tu avessi scorto
          tutto il mio abisso, dentro,
          riccio di mare
          con gli aculei sulle sponde,
          il mio corpo indifeso
          sarebbe rimasto argine sulla battigia
          a placare la risacca delle tue mani.

          Sul pelo d'acqua, fuori
          mi sono eletta ninfea
          sul pacificare della corrente
          come fossi gomena ardita ancorata all'ormeggio.

          Sui tonfi dei sassi
          spirali e cerchi di vita
          sui click dei battiti.
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            Scritta da: Mariella Buscemi
            Sentirmi è comando
            per tutte le sorde promesse
            i tonfi degli eventi
            gli attutiti fatti
            i sommessi inganni
            il cuore taciuto
            È rimasto un urlo nel sonno
            e la voce che diceva
            e la gola che riscattava
            nessun nuovo dire
            se non l'eco
            come d'un mare antico
            di me, colorata di battigia
            una vecchia alga alla caviglia sinistra
            l'acqua che rinfresca
            se qualcosa d'arso fosse rimasto
            si posi un bruciore estinto
            Cenere
            rimane
            solo
            sui fondali.
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              Scritta da: Mariella Buscemi
              Ho preferito il buio di mille profumi
              e mi sono portata dai fiori
              a riprova delle primavere estinte
              sull'inchino del solstizio
              di fronte al più lungo equinozio
              su un'alba fracassata di cento giorni d'assenza
              - tanti i petali sotto i piedi -
              Quali colori avessero le essenze
              lo ha detto il tempo
              che ancòra aspetto di mattino presto
              sotto l'umida rugiada e le ragnatele
              ché i fili mi fanno anelli tra le dita
              alla luce di mille profumi che ho preferito.
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                Scritta da: Mariella Buscemi
                Sapessi leggermi
                Questo mio tetro teatro
                Dipingeresti di terrore
                I sorrisi dei pagliacci
                E saliresti sulle altalene delle mie paure
                Dove le corde sono liane
                Nei boschi autunnali del mio cuore.
                Della pioggia di oggi
                Potresti ancora lavarti le mani
                Sull'umidità dei miei capelli
                E sederti al riparo del collo.
                Guardarsi sarebbe coraggioso infinito.
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                  Scritta da: Mariella Buscemi
                  All'improvviso
                  è stato sipario sul mio cuore
                  e tutta l'esistenza si è aperta teatrale
                  dai miei occhi, divenuti scena
                  nel secondo atto delle mie pupille
                  così sequenziali i ricordi
                  sugli episodi delle ciglia cadenti
                  come stelle
                  urlare, soliste, il loro desiderio
                  di tutto un cielo piangere le voglie
                  e le passioni degli astri
                  nell'inizio della notte
                  su un pubblico di ombre
                  e le mie mani ad applaudirmi
                  attrice, protagonista nelle mille probabilità
                  d'una me possibile.
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