Poesie inserite da Laura Di Nella

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Scritta da: Laura Di Nella

Autunno 2006

Insoddisfatti,
agitati,
anni compressi
in un angolo di cuore.

Il Bene eluso
dalla visione totalizzante
del freddo opportunismo
che non ammette errori
contro titanici millantatori
di formali ideali.

Valori etici
radiati da ogni dove.
Sacrifici umani
di gente ignara
del proprio destino.
Carnefici addestrati
da misticismo bellico.

Nessuna "Pulzella" salverà
l'Umanità da questa guerra
"dei mille anni"!

Vite sdraiate al sole:
bidite refrigeranti o mosche fastidiose,
un'uguaglianza
drammaticamnte
contrapposta,
ancora l'eccezione
che conferma la regola,
ma quale nefando pensiero
folgora
chi non si arresta a tanto?
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    Scritta da: Laura Di Nella

    Urlo morale

    Non pensare,
    lasciati vivere
    nel fluttuare
    di questo confuso reale.

    Sospesa tra ciò che sono
    e quello che il mondo
    percepisce
    del mio Essere,
    vago alla ricerca
    di valori comuni.

    Osservo:
    buonismo ipocrita
    ideologie da kamikaze
    collasso etico
    clientelismo perpetuato.

    Urlo
    ma nessuno mi ascolta
    mi contraggo
    nei doloranti angoli
    della mia anima.

    Silenzio...
    parole soffocate
    per un rispetto che nessuno merita...
    ma il mio Ego urla
    non si arrende all'indifferenza
    e apre continue porte alla
    Speranza.
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      Scritta da: Laura Di Nella

      Il supplizio

      Nel silenzio ritrovo
      quel sorriso
      nascosto
      spaurito.

      Smagliante
      suadente
      mi chiama.

      Chiudo gli occhi
      per celare
      l'emozione che pulsa
      al ritmo del mio cuore.

      Il coraggio mi spinge
      a guardare.
      Nei miei occhi quel sorriso
      si specchia
      e si trasforma in una smorfia
      di vergogna.

      Ancora un miraggio
      che svela l'orrore
      dell'ipocrisia imperante.
      Lacrime di dolore feriscono
      le mie pallide gote.

      Perché a me questo supplizio?
      Cosa ho fatto per meritare tanto?
      Perché riuscite a vedere ciò che siete soltanto nello specchio del mio essere?

      Io non vi giudico e vi accetto
      per ciò che siete,
      perché mi allontanate?

      Vi tendo una mano
      ma il baratro ci separa.
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        Scritta da: Laura Di Nella

        Come augelli

        Come augelli vi vedo partire verso lidi sconosciuti
        vi osservo allontanare in cieli azzurri pieni di promesse.
        In gruppo o solitari attraversate spazi infiniti
        e dall'alto proiettate i vostri esseri
        in un sogno di vita che generosa vi chiama.

        Un giorno
        anche se per un solo attimo
        ripenserete a questo momento
        e sorridendo
        il ricordo tornerà a questi anni ormai lontani
        passati nella spensieratezza
        di giocose e contraddittorie inquietudini.

        Rammenterete
        gioie e drammi
        lacrime e sorrisi
        litigi ed abbracci.

        In quell'istante
        avrete la sensazione
        che il tempo sia passato
        in un batter d'ali.

        Ritornando
        al vostro presente
        vi compiacerete di ciò che nella vita avrete realizzato
        ma qualora intuiste
        che ciò che vi circonda non vi soddisfa
        non esitate...
        spiegate le vostre ali
        alzatevi in volo
        osservate guardinghi dall'alto
        lontano dalla routine di tutti i giorni
        che tedia il vostro animo...
        Volontà e Costanza sono ali robuste
        vi consentiranno di approdare
        proprio lì... dove la vostra idea di vita vuole approdare.
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          Scritta da: Laura Di Nella

          Elogio al coraggio

          Dietro un trespolo antico,
          nella meraviglia ingenua
          di un sorriso innocente,
          il ricordo ritorna a giorni leggiadri.

          Nel fresco mattino di Primavera,
          una bambina segue il suo aquilone colorato,
          non può impedire al vento di fermarsi
          e corre lontano...
          La gioia la conduce in luoghi sconosciuti
          e la curiosità l'avvinghia alla vita, perdendo di vista il suo aquilone.

          Non conosce il suo destino
          ma nel buio di stanze fredde e sinistre,
          trova il coraggio nel ricordo.
          In una casa fantastica ma senza vita,
          in un angolo solitario,
          intravede il suo aquilone logoro e sbiadito.

          Si siede sconsolata
          e un gran senso di colpa l'assale:
          lacrime trattenute da troppo tempo rigano le rosse gote
          Un dolore forte e lancinante
          trafigge il suo esile corpo,
          si solleva a fatica,
          vacilla,
          ma ricomincia la sua sua folle corsa
          senza fermarsi a pensare.

          Si acquieta vicino ad un limpido torrente.
          Tutto intorno è armonia luminosa,
          e un vento capriccioso
          sfiora il suo viso insolitamente pacato.

          Il suo sguardo è rapito da una bambina
          vestita di fiori e d'oro.
          Nessuna parola,
          nessun ripensamento,
          si prendono per mano
          e felici vanno incontro al domani.
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            Scritta da: Laura Di Nella

            Una lacrima

            Nella trasparenza di una lacrima
            lenta ed impercettibile
            l'amore per la vita
            e l'attaccamento a quel barlume di speranza
            che non permette la resa
            e prende forza dal limite della caducità.

            Un volo pindarico: orizzonti fantastici
            sospesi tra mondo terreno ed ultraterreno.

            Il brivido del dubbio...
            il lancio di una moneta
            nel vuoto di un mistero insolubile
            e... poi quell'intollerabile certezza.

            Le tracce di percorsi infiniti,
            che trovano risposte in un binario parallelo ed irraggiungibile,
            attaccati al nostro egoismo consapevole e maturo,
            che vuole questa vita
            nella sua irripetibile univocità.
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              Scritta da: Laura Di Nella

              Un dinosauro inadeguato

              Ahimè, quale immagine può raffigurare il percorso del mio essere,
              se non quella di un dinosauro inadeguato?

              Un enorme animale
              che, trascinando la sua esistenza solitaria,
              ignaro della sua mole,
              incute paura ed orrore
              ma non se ne preoccupa:
              le sue brutture sono lo specchio
              dell'animo di chi lo giudica senza pietà.
              La sua presenza non passa inosservata: troppo diversa per essere accettata.

              Nella casa di bambole
              non può celare la sua essenza,
              urla la sua vitalità,
              scambiata per immane furia distruttiva.

              I suoi movimenti,
              per cercare una posizione
              che non disturbi la quiete di chi,
              con la perfidia e l'inganno, ha nutrito prole altrui,
              generano frastuoni
              che rimbombano nella valle incantata,
              attraverso echi amplificati e deformati
              dalle urla di chi vuol seminare panico.

              Nessuno riesce a capire
              e il delirio collettivo degenera in follia.

              L'animale deve essere addomesticato, sentenziano!
              Ma come può il dinosauro vivere in una gabbia dorata
              che lo isoli dal mondo, per poterne far parte?

              Nonostante capisca di rinnegare se stesso,
              si cimenta in dissertazioni
              sulle porcellane del negozio
              e finge di non intuire
              il vero intento dei suoi carcerieri.
              Ma il gesto atteso ed orchestrato viene compiuto,
              indicando un piccolo vassoio nell'angolo di una vetrina,
              al viandante che gli si avvicina incuriosito.

              La gioia disperata del dinosauro non vacilla, guardando l'abisso che ha davanti:
              apre lentamente l'anta
              e mostra con fierezza quel vassoio.

              Un vento gelido si alza impetuoso,
              dopo che, anche la più piccola finestra
              della casa delle bamole, sia stata serrata accuratamente,
              si veste di uragano e si avventa sul negozio
              distruggendo ogni cosa.

              Lo sguardo del dinosauro è ormai rassegnato,
              porge, con delicatezza, quel vassosio
              all'incredulo viandante
              e, in un baleno, è come inghiottito dalla vallata.

              Il viandante riprende il suo cammino, disorientato e stordito, porta con sé quel prezioso dono,
              cercando di dare un senso a quella frenetica pazzia.

              Verso sera si siede stanco ed esausto
              e ripensa tristemente al dinosauro.

              Osserva la vallata dalla cima del monte,
              stringendo a sé il vassoio, inorridisce:
              le bambole si muovono al ritmo di una macabra danza,
              improvvisamente,
              quell'eco spaventoso torna inquietante
              ... che delirio!
              Un altro innocente perisce,
              in nome di un potere che codardamente cela sempre il suo vero colto!
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                Scritta da: Laura Di Nella

                Il branco

                Si muove sinuoso nel delirio di onnipotenza.
                Riconosce la sua preda perché è altro da sé.
                Annusa le sue debolezze e la sua forza.
                È violento, senza rimorsi
                e perpetua una legge senza rispetto.

                Urla violenza gratuita
                e trova riscontri nell'ottusità
                di chi non riconosce limiti al proprio egocentrismo.

                Si insinua in forme diverse
                e trova sempre terreni fertili
                dove attecchire.

                Non ha pace
                e nel suo percorso
                miete vittime senza pietà
                ... uomini, donne, bambini, ideali...

                Contro la fragilità dei singoli si accanisce,
                contro l'opposizione di chi, tenacemente, non si arrende
                trova la sua sadica compiacenza
                poiché il sopruso e l'ingiustizia
                sono la sua vita
                e il dolore altrui il suo nutrimento.
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