Le migliori poesie inserite da Federico

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Scritta da: Federico
Dammi il supremo coraggio dell'Amore,
questa è la mia preghiera,
coraggio di parlare,
di agire, di soffrire,
di lasciare tutte le cose,
o di essere lasciato solo.
Temperami con incarichi rischiosi,
onorami con il dolore,
e aiutami ad alzarmi ogni volta che cadrò.
Dammi la suprema certezza nell'amore,
e dell'amore,
questa è la mia preghiera,
la certezza che appartiene alla vita nella morte,
alla vittoria nella sconfitta,
alla potenza nascosta nella più fragile bellezza,
a quella dignità nel dolore,
che accetta l'offesa,
ma disdegna di ripagarla con l'offesa.
Dammi la forza di amare
sempre
e ad ogni costo.
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    Scritta da: Federico

    Dio dell'alleanza

    O Abramo - Colui che entrò nella storia dell'uomo,
    desidera, soltanto attraverso te, svelare questo mistero, celato dall'esordio del mondo,
    un mistero più remoto del mondo!

    Se oggi percorriamo questi luoghi,
    da cui, tempo fa, era partito Abramo,
    dove aveva udito la Voce, dove si era compiuta la promessa,
    solo perché
    potessimo fermarci sul limine -
    per attingere al principio dell'Alleanza.

    Poiché Dio aveva manifestato ad Abramo,
    cosa è, per un padre, il sacrificio del proprio figlio - un'immolata morte.
    O Abramo - così Dio ha amato il mondo,
    che ha consacrato il suo Figlio, perché ognuno, che avrà fede in Lui,
    possa attingere alla vita eterna.
    - Fermati -
    Io porto dentro di me il tuo nome,
    il nome - segno dell'Alleanza
    che il Verbo Primordiale ha stretto con te,
    ancor prima che creasse il mondo.
    Ricorda questo luogo, quando andrai via da qui,
    luogo che rimarrà in attesa del suo proprio giorno–
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      Scritta da: Federico
      Farò della mia anima uno scrigno
      per la tua anima,
      del mio cuore una dimora
      per la tua bellezza,
      del mio petto un sepolcro
      per le tue pene.
      Ti amerò come le praterie amano la primavera,
      e vivrò in te la vita di un fiore
      sotto i raggi del sole.
      Canterò il tuo nome come la valle
      canta l'eco delle campane;
      ascolterò il linguaggio della tua anima
      come la spiaggia ascolta
      la storia delle onde.
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        Scritta da: Federico
        Afferro le sue mani
        e la stringo al mio petto.
        Tento di riempire le mie braccia
        della sua bellezza,
        di depredare con i baci
        il suo dolce sorriso,
        di bere i suoi bruni sguardi
        con i miei occhi.
        Ma dov'è?
        Chi può spremere l'azzurro dal cielo?
        Cerco di afferrare la bellezza;
        essa mi elude
        lasciando soltanto il corpo
        nelle mie mani.
        Stanco e frustrato mi ritraggo.
        Come può il corpo toccare
        il fiore che soltanto
        lo spirito riesce a sfiorare?
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          Scritta da: Federico

          Il primo Vedente

          "In Lui viviamo, ci muoviamo ed esistiamo" -dice Paolo all'Areopago d'Atene-
          Chi è Costui?
          Come se fosse l'ineffabile spazio che avvolge tutto -Lui il Creatore:
          Domina ogni cosa, traendo l'esistenza dal nulla, e non soltanto in principio, ma di continuo.
          Tutto perdura divenendo perpetuamente -
          "Al principio era il Verbo e per mezzo di Esso tutto è stato fatto".
          Il Mistero del principio nasce assieme al Verbo, si rivela attraverso il Verbo.
          Verbo - perenne visione ed enunciazione.
          Colui che creava, vedeva - vide "che ciò era buono", scorgeva con un concetto diverso dal nostro.
          Lui - il primo Vedente -
          Vedeva, ritrovava in tutto un'orma del suo Essere, della sua plenitudine -

          Vedeva: Omnia nuda et aperta sunt ante oculos Eius -Il nudo e il trasparente,
          il vero, il buono e il bello-

          Scorgeva con un concetto insolito, estraneo al nostro.
          Una perenne visione ed enunciazione:
          "Al principio era il Verbo e per mezzo di Esso tutto è stato fatto",
          il tutto, in cui viviamo, ci muoviamo ed esistiamo -Il Verbo, lo stupendo Verbo primordiale, come un'invisibile soglia
          di tutto ciò che è stato creato, esiste ed esisterà.
          Come se il Verbo fosse la soglia.

          La soglia del Verbo, in cui tutto era di foggia invisibile,
          la divina e l'eterna - dietro questa soglia iniziano gli eventi!
          Mi trovo sul limine della Sistina -
          Forse tutto ciò era più facile interpretare nel linguaggio della "Genesi" -
          Ma il Libro aspetta l'immagine. - E giusto. Aspettava un suo Michelangelo.

          Perché Colui che creava, "vedeva" - vide, che "ciò era buono".
          "Vedeva", ed allora il Libro aspettava il frutto della "visione".
          O uomo che vedi anche tu, vieni -
          Sto invocandovi "vedenti" di tutti i tempi.
          Sto invocandoti, Michelangelo!

          Nel Vaticano è posta una cappella, che aspetta il frutto della tua visione!
          La visione aspetta l'immagine.
          Da quando il Verbo si fece carne, la visione, da allora, aspetta.
          Stiamo sulla soglia del Libro.
          Questo è il Libro delle Origini - Genesis.
          Qui, in questa cappella lo ha descritto Michelangelo,
          non con le parole, ma con una ricchezza
          affluente dei colori.
          Entriamo, per rileggerlo,
          passando dallo stupore allo stupore.

          Così, allora, è qui - vediamo e riconosciamo
          il Principio che sorge dall'inesistenza,
          ubbidendo al Verbo della creazione;
          Qui traspira da queste mura.
          Ma forse la Fine affiora più intensamente.
          Sì, ancor più efficacemente traspare il Giudizio.
          Un Giudizio, un finale Giudizio.
          Ecco la via che tutti attraversiamo -
          ognuno di noi.
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            Scritta da: Federico

            L'uomo e il mare

            Sempre il mare, uomo libero, amerai!
            Perché il mare è il tuo specchio; tu contempli
            nell'infinito svolgersi dell'onda
            l'anima tua, e un abisso è il tuo spirito
            non meno amaro. Godi nel tuffarti
            in seno alla tua immagine; l'abbracci
            con gli occhi e con le braccia, e a volte il cuore
            si distrae dal suo suono al suon di questo
            selvaggio ed indomabile lamento.
            Discreti e tenebrosi ambedue siete:
            uomo, nessuno ha mai sondato il fondo
            dei tuoi abissi; nessuno ha conosciuto,
            mare, le tue più intime ricchezze,
            tanto gelosi siete d'ogni vostro
            segreto. Ma da secoli infiniti
            senza rimorso né pietà lottate
            fra voi, talmente grande è il vostro amore
            per la strage e la morte, o lottatori
            eterni, o implacabili fratelli!
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              Scritta da: Federico
              La mia anima mi ha parlato,
              fratello, e mi ha illuminato.
              E spesso anche a te l'anima parla
              e ti illumina.
              Tu infatti sei come me,
              e non c'è differenza tra noi,
              se non questa:
              io esprimo cio che è dentro di me
              in parole che ho udito nel mio silenzio,
              mentre tu custodisci tacito
              ciò che è dentro di te.
              Ma la tua silenziosa custodia
              ha lo stesso valore del mio tanto parlare.
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                Scritta da: Federico

                Epilogo

                E proprio qui, ai piedi di questa stupenda policromia sistina,
                si riuniscono i cardinali -
                una comunità responsabile per il lascito delle chiavi del Regno.
                Giunge proprio qui.
                E Michelangelo li avvolge, tuttora, della sua visione.
                "In Lui viviamo, ci muoviamo ed esistiamo... "

                Chi è Lui?
                Ecco, la mano creatrice dell'Onnipotente Vecchio, diretta verso Adamo...
                Al principio Dio ha creato...
                Costui che vede tutto...

                La policromia sistina allora propagherà la Parola del Signore:
                Tu es Petrus - udì Simone, il figlio di Giona.
                "A te consegnerò le chiavi del Regno".
                La stirpe, a cui è stata affidata la tutela del lascito delle chiavi,
                si riunisce qui, lasciandosi circondare dalla policromia sistina,
                da questa visione che Michelangelo ci ha lasciato -
                Era così nell'agosto e poi nell'ottobre, del memorabile anno dei due conclavi,
                e così sarà ancora, quando se ne presenterà l'esigenza dopo la mia morte.
                All'uopo, bisogna che a loro parli la visione di Michelangelo.
                "Con-clave": una compartecipata premura del lascito delle chiavi, delle chiavi del Regno.
                Ecco, si vedono tra il Principio e la Fine,
                tra il Giorno della Creazione e il Giorno del Giudizio.
                È dato all'uomo di morire una volta sola e poi il Giudizio!

                Una finale trasparenza e luce.
                La trasparenza degli eventi -
                La trasparenza delle coscienze -
                Bisogna che, in occasione del conclave, Michelangelo insegni al popolo -

                Non dimenticate: Omnia nuda et aperta sunt ante oculos Eius.
                Tu che penetri tutto - indica!
                Lui additerà...
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