Poesie inserite da Enzo Di Maio

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Scritta da: Enzo Di Maio

1 Settembre 2014

Improvvise nuvole scure nascondono il celeste del cielo.
Rumore di foglie,
di un verde oramai quasi spento,
scosse dal vento.
Una goccia, una unica goccia d'acqua,
scende lentamente sul vetro di una finestra,
sembra quasi voler disegnare una lacrima.

Piange un'estate oramai finita
che verrà depositata nel cassetto dei ricordi.
Solo un'altra estate per alcuni,
un'ultima estate per altri.

Tristezza comunque comune,
si ripongono i colori,
l'illusione è finita.
Il grigio della realtà si riprende il suo posto.
Composta lunedì 1 settembre 2014
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    Scritta da: Enzo Di Maio

    Se le stelle sono nere

    Non credo più alle favole,
    vedo la realtà dell'età'
    quella che ci costringe a guardare.
    Vedo me, quello vero
    non vedo la copia di me
    o di quello che una volta ero,

    Vedo gli altri, quelli veri,
    quello che oggi sono
    e non quelli di ieri
    che dicevano essere ciò che non sono.

    Vedo chi predica al gregge,
    chi si spaccia per Pietro,
    ma non edifica chiese,
    non diffonde amore,
    regala fuoco, invoca terrore.
    La gente gli crede
    e la pace distrugge.

    Popolo imbelle, senza retaggio
    che cerca le stelle per trovare coraggio,
    stelle non gialle, oramai spente
    trasformatesi in nero carbone,
    colore funesto di passato tremendo,
    macchiato di sangue, carico d'odio,
    senza emozione.

    Popolo che segue come gregge belante
    la fatua cometa,
    come le altre fatta di ghiaccio,
    ma con le sembianze che l'appaiono
    come insulso e ignobile pagliaccio.

    Non è la stella che annuncia
    la lieta novella,
    Il bambino che nacque
    ha lasciato le stalle
    perché l'odio globale
    gli ha rotto le palle.
    Composta sabato 16 agosto 2014
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      Scritta da: Enzo Di Maio

      Ti ho detto no perché

      Ti ho detto no perché
      così grande è questo amore
      che fuggirò per sempre da te
      e dalla luce dei tuoi occhi.

      Ti ho detto no perché
      potrei donarti solo me stesso
      ma ti porterei anche le mie tristezze,
      le mie angosce
      ed i mie cupi vuoti sentimenti.

      Ti ho detto no
      perché tu sei una stella,
      un dono celeste,
      ed il buio del mio niente
      spegnerebbe il tuo splendido sorriso
      e mi rimane almeno un soffio,
      seppur poco,
      della mia perduta dignità,
      quel tanto appena sufficiente
      per non voler alterare
      la volontà del paradiso.
      Composta giovedì 7 agosto 2014
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        Scritta da: Enzo Di Maio

        C'era una volta

        Hanno inventato le favole
        perché non si può dire ad un bimbo
        che il lupo cattivo non muore mai
        che non è vero
        che tutti vissero felici e contenti
        e che la vita porterà anche pene e tormenti

        Hanno inventato le favole
        perché non si può' dire ad un bimbo
        che non esiste un bosco fatato
        e neanche un castello incantato
        dove Lancillotto non ha una spada
        un giavellotto e un prode destriero
        ma mitra, bombe a mano e carro armato
        che riempiono di vittime ogni sentiero

        Hanno inventato le favole
        perché anche per chi legge
        che ha bisogno di una minima illusione
        che liberi il suo pensiero
        che gli conceda un attimo di pace
        libero da odio e distruzione

        Hanno inventato le favole
        per il bimbo che hai creato
        e per quella parte di fanciullo
        che mai ti ha abbandonato
        che ancora leggendo spera
        che vinca il bene
        forse un giorno, un mattino,
        o una sera

        Sogna amico mio
        non è peccato
        ma un grande dono
        che il buon Dio ci ha regalato
        per illuderci della pace nel creato.
        Composta mercoledì 23 luglio 2014
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          Scritta da: Enzo Di Maio

          Utopia

          Nel mio mondo c'è tanta pace,
          nel mio mondo c'è solo pace
          e la vita è tutta mia.
          Qui nessuno parla,
          il silenzio non è ' un opinione
          qui nessuno parla
          e non si conosce il rombo del cannone.

          Nel mio mondo si vive nell'altrui rispetto,
          nel mio mondo si onorano in pace
          Gesù Cristo, Allah e Maometto.

          Nel mio mondo ci sono campi di fiori immensi
          dove le api producono miele
          e onorano la Regina.
          Nel mio mondo c'è
          Il libero Stato di Palestina.
          Le api producono miele,
          e i bambini arabi giocano con quelli di Israele.

          Nel mio mondo c'è pace
          e c'è anche tanta allegria
          che rimarrà solo e sempre mia.

          Non bussate mai alla mia porta,
          non vi aprirà nessuno,
          vi troverete appeso solo un biglietto
          con su scritto un avvertimento:
          "silenzio, andate via, questa è casa mia
          e il mio nome è utopia".
          Composta lunedì 14 luglio 2014
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            Scritta da: Enzo Di Maio

            Te damo

            Nun passa giorno alcuno
            che "te damo" dal governo
            nun te dica qualcheduno.
            Sta cosa comincia a preoccupamme un pochettino,
            che to da dì
            a me me pare de sta sempre peggio
            e de nun vede mai na ceppa,
            ma forse sarò' io che so ' cretino.

            De sicuro sto “te damo”
            me procura na brutta sensazione
            perché nun c'è matina
            che nun m'arzo strano
            e con un gran dolore,
            proprio dietro ar deretano.

            Er "te damo" è un po'
            come quanno te dicheno che piove,
            magari ce piano pure
            ma nun c'azzeccano mai n'dove.
            Composta sabato 12 luglio 2014
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              Scritta da: Enzo Di Maio

              Mai beato in vita

              Che tu sia santo oppur ladrone
              non ti verrà mai data terrena assoluzione
              loderanno tutti la tua vita
              ma solo quando questa sarà finita
              e tutti, con falsa benevolenza,
              piangeranno la tua assenza.

              Non sperar che questo avvenga prima,
              perché per quanto grande sarà la tua lotta
              per tutti sarai sempre e solo
              un gran figlio di mignotta.
              Composta martedì 8 luglio 2014
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                Scritta da: Enzo Di Maio

                Lettera ad un pallone

                Con te è stato sempre amore,
                per te in fondo sono nato.
                Grazie per avermi educato e sfamato,
                grazie per avermi insegnato la vita,
                grazie per avermi donato amicizia e compagnia,
                grazie per la gioia mai finita.

                Grazie anche per il dolore,
                per le lacrime versate,
                grazie perché niente nella vita è facile
                e un sorriso arriva sempre dopo il difficile.

                Grazie perché unisci e porti un po' di pace,
                In questa povera terra
                dove non esiste giorno senza guerra.

                Grazie compagno, fratello e amico mio,
                non parli ma non sei mai stato un illusione.
                Hai scritto la mia vita
                caro vecchio splendido pallone.
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                  Scritta da: Enzo Di Maio

                  Ridatemi me

                  Così' lontano mi appare quel passato,
                  a molti sconosciuto, oramai così lontano,
                  per altri aleatorio, nella mente appena accennato.
                  Per me che l "ho vissuto, un mio che mi hanno tolto
                  e mai più" ridato.

                  Quanto rimpianto mi provoca la strada,
                  che non esiste più',
                  come fosse stata cancellata,
                  sommersa da un mare di lamiere con le ruote,
                  prima offesa e poi assassinata.

                  Quanto mi far star male
                  non poter chiamar più Mario da sotto il suo portone
                  gridando ad alta voce:
                  "Ahò, viè giù e mettete er costume,
                  er mare è grosso, c'è sò le cavallone,
                  s'annamo a fà du tuffi giù' ar fognone".
                  Mario non c'è nemmeno più', se ne è andato,
                  e non c'è più nemmeno "er fognone",
                  è sparito, adesso è tutto cementato.

                  Che rabbia mi procura questa odierna vita,
                  ci si conosce e ci si parla per procura,
                  con un "click", come se fosse natura.
                  Quanto disprezzo vorrei gridare dal profondo
                  a questo grigio e insulso mondo.

                  Ridatemi il mio sorriso,
                  ridatemi la felicità della nostra dignitosa povertà.
                  Ridatemi un po' di strada
                  e l'emozione di dare due calci ad un pallone,
                  ridatemi la paura di tornare a casa con le scarpe rotte,
                  di sentir strillare la mia mamma
                  e quella di prendere un po' di botte.

                  Ridatemi il gusto di rompermi un ginocchio
                  o di prendere una gomitata dentro un occhio.
                  Ridatemi la fetta di pane e mortadella
                  e tenetevi pure questa cazza di nutella.

                  Ridatemi i prati incolti
                  con gli alberi e le chiome fiere
                  e abbattete le assassine ciminiere.

                  Ridatemi Topolino, Nembo Kid e Paperino
                  e non mettete nella culla di un bambino
                  come primo dono un fottuto telefonino.

                  Ridatemi il mio popolo, la nazione felice
                  che ora vive nella frustrazione
                  divorata dalla globalizzazione.
                  Ridatemi il frutto delle nostre mani stanche
                  liberato dall'usura delle banche.

                  Liberatemi da tutta questa malsana tecnologia,
                  da questa odiosa frenesia.
                  Ridate ai ragazzini la gioia di una età' normale
                  che era quella di scoprire il sesso
                  sparandosi una sega dentro il cesso
                  su un pelo di fica appena intravisto e pure male
                  sopra un foglio di giornale.

                  Ridatemi me, e datene un po' a chi è venuto dopo,
                  che non sa come viveva Mario.
                  Aiutali e non condannateli all'illusione,
                  al grigio, a un folle ordinario.

                  Riposa bene amico mio
                  e non me fa er coione,
                  quando arrivo vedi da famme trovà er fognone.
                  Composta sabato 5 luglio 2014
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                    Scritta da: Enzo Di Maio

                    Canzone mai nata

                    Io che non scrivevo poesie ma canzoni
                    e regalavo ad altri tenere emozioni.
                    Io che in un sol giorno ho perduto mezza vita
                    e assieme a lei tutte le illusioni.

                    Io che passavo ore sopra i tasti
                    e mi son trovato solo,
                    perdendo sogni, speranze e fasti.

                    Io che tengo i miei ultimi versi chiusi,
                    nascosti nel profondo di un cassetto
                    dove scritto avevo,
                    "sarà per sempre, giuro, lo prometto.

                    Io che nel pentagramma assieme ad un Fa Mi Re Fa Do
                    ho lasciato lo spazio per una nota sola
                    che mai aggiungerò.
                    Composta domenica 29 giugno 2014
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