Le migliori poesie inserite da lafiorentina

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Scritta da: lafiorentina

Nicolò

Questa parte di noi
non puoi guardare, figlio,
dall'alto della torre
della tua bruciante giovinezza
prima di accorgerti
quanto rapido e crudele
il tempo che hai davanti
esplode in un caleidoscopio di colori.
Ti accingerai a seppellire morti
a dileguare notti
camminerai sabbie
di gelidi deserti
re per un giorno appena,
così capirai che tutto è decifrato
prima che si compia
di mille strade troverai la sola,
così abbozzerai un sorriso
splendente dentro gli occhi.
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    Scritta da: lafiorentina

    Amami

    Amami senza ritegno
    come parola indecente e bisbigliata
    come cosa morta raccolta da terra.
    Amami come si ama l'inevitato
    o un ultimo respiro,
    senza chiederne ragione
    senza consolazione.

    Amami come i pazzi folli d'amore
    non con la saggezza antica
    di chi conserva inverni e guarigioni
    ma come gli uragani che violentano la terra.
    Disperdimi come sale e neve
    voglio sdrucire l'anima
    nel meridione dei tuoi occhi viola
    perciò amami quando sono aquila lontana
    quando carezzo le nuvole
    quando sono seme di terra rorida
    quando sono inverno.

    Amami, non essere ombra diafana
    diventa il mio tutto
    il mio capolavoro.
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      Scritta da: lafiorentina

      Il carogna

      Il caro­gna pelle a tar­ta­ruga
      veste uno sguardo d’onice
      inca­strato d’osso
      in vetta ad una pap­pa­gor­gia appesa
      mastica un secco, tri­ste moz­zi­cone
      e incede quasi stor­pio a brevi balzi
      men­tre stra­buzza occhi da pic­cione
      dinoc­co­lan­dosi di lesta intesa.
      Fre­sco pastrano addosso
      ruf­fiano anello d’occasione
      versa un bic­chiere a mezzo pieno
      sug­gendo inap­pa­gate con­ten­tezze,
      arric­ciola le lab­bra da signora
      e intona que­rulo bal­late anti­che
      con ven­tre e voce di zam­po­gna d’ocra.
      Liscia una barba d’esperienza spic­cia
      e un ric­cio pelo senza più ver­go­gna
      rosso d’inchiostro spento
      tinge un cano­vac­cio di parole
      ler­cio d’immagini con­fuse
      e lumi­nosi spa­smi d’esistenza.
      La sera incombe, ghi­gna e porge il conto
      il caro­gna, ali di gufo,
      carezza colo­rate piume
      e gof­fa­mente vola
      nel pozzo ver­ti­cale di un tramonto.
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        Scritta da: lafiorentina

        Ulisse

        Sepolcri già chiusi nei polsi
        avventato salpare di navi
        ormai la mia fronte si gela di pietra
        e goccia il rimpianto, non più menzognero.
        Sciogliti nuvola densa, oggi ho bisogno
        soltanto di un povero sogno tangibile
        e possa narrarlo ad un figlio.
        Solstizio d'estate questa malinconia,
        acido succo, tedio che pesa sugli occhi
        il bianco tuo ciglio si piega
        sommerso da questa realtà decifrata.
        Fuggi l'affanno, sii pace
        e non questo assurdo crepitare di ossa;
        risorgi e sorprendimi,
        nel breve rincorrere giorni
        ho bisogno di un sogno
        che possa squillare di gioia.
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