Poesie inserite da Angela MORI

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Scritta da: Angela MORI
Che cosa andiamo cercando,
Esuli consunti e bisognosi
Di un qualcosa di cui,
Non conosciamo neppure il nome?
Deportati dall'aspirazione,
Incatenati e schiavi di essa,
Ricercatori assiomatici universali,
Di poca, salda certezza.
Noi erranti nella strada maestra,
Mai contenti della vita stessa,
Senza rese cui poter rinunciare,
Morsi dai vizi che servitù non arresta,
E abbigliati di sogni illogici,
Di fama d'amore e d'immortale giovinezza.
Noi poeti tormentati e infiniti,
Autodistrutti da un male privo di nome,
Morti ancor prima dei nostri folli abbagli,
E delle nostre nefaste verità.
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    Scritta da: Angela MORI
    Ti raggiungerei
    Tra verdi colli,
    E foglie d'ocra,
    Che formano boschi
    Smorte le mani
    Rallentano sul volante
    Mentre l'autostrada corre
    E come bambina
    Mi sento...
    Giocare con te
    Letizia del cuore acerbo,
    Sul corpo che prospera e osteggia.
    Verrei da te,
    Nella terra che il tuo mondo recinta,
    Bacerei te,
    Che natura rese perfetto,
    Sposerei il tuo nome,
    Ora che come donna mi sento.
    Amerei te,
    Con la passione femminile,
    E vivrei di te,
    Come l'eterno vive,
    Tra le onde del mare.
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      Scritta da: Angela MORI

      Stretta a te

      Tienimi così,
      Che si son fermate le nuvole in cielo,
      Che i sospiri son diventati esuli
      Sul petto tuo.
      Tienimi così
      Che Il mondo sì e arrestato,
      Che il mare
      Ha smesso di ondeggiare
      E la brezza,
      Ha smesso il suo moto.
      Tienimi così,
      Che non esiste più lo spazio
      Che il tempo è solo un ricordo
      Che senza di te ho vissuto appena
      Gli ultimi giorni della mia vita.
      Ora potrei morire
      Semmai la morte esista
      Forse essa è solo,
      Un vivere in tua assenza;
      Una non vita,
      Acre e colma d'amarezza
      E se non vita sarà
      Non m'importa,
      Perché tu mi hai tenuto
      Dolcemente così,
      A te stretta!
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        Scritta da: Angela MORI

        Sorridi

        Sorridi!
        Sconforto sulla faccia rugosa,
        Dalla magrezza imbarazzante,
        Dove fame nutre il corpo,
        Occhi ancor vispi in un'infelice parvenza,
        Di speranza.
        Sorridi!
        Con la mano
        Protratta in avanti,
        Che veterano ebano raggrinzito pare,
        Voce dell'indigenza,
        Che invoca pietà e carità.
        Sorridi!
        Sotto gli abiti sciupati dal tempo,
        Cuore che picchia lento,
        La fiacchezza della mancanza,
        Offusca la vigoria scomparsa,
        Nella riarsa terra da cui provieni.
        Sorridi!
        In quella bocca senza cura,
        Macchiata e inferma,
        Dalla trascuratezza.
        Sorridi!
        Una supplica, una richiesta,
        Una preghiera guidata dal bisogno,
        In ginocchio resti,
        Tra i viandanti indaffarati.
        Mi fermo, ti scruto e penso.
        Sorridi!
        Tu che riso dovresti mutare in pianto,
        Mentre chi vive tra gli averi,
        Piange inappagato e mal contento.
        Tu sei forte Signora della privazione,
        Molto più forte dell'inedia
        E della mestizia stessa.

        Angela Mori.
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          Scritta da: Angela MORI

          Il mostro che hai dentro

          Vomitare le angosce,
          Nella fogna della disperazione,
          Non le allontana,
          Ma le accresce
          Come fa con l'amarezza.
          Il mostro che ti sta dentro,
          Si sostenta dell'alimento
          Che nella tua mente trattieni-
          La mancanza di vita,
          Non soffre l'ostilità,
          Che hai per la società intera,
          E che è immensa,
          Come quella per la tua anima.
          In castigo di vergogna e sconfitta,
          Gli occhi rigettano lacrime,
          E il cuore rancore.
          Nascondi le tue mani unte,
          Come armi del delitto,
          Di te stessa.
          Sapore acre nella tua gola,
          E nel maligno specchio,
          La tua storta apparenza si deforma
          E riflessa muore
          A ogni vomito.
          E non c'è miglior cura,
          Se non nel tuo stesso amore,
          Che soffocato, giace,
          Sconnesso nella tua testa.
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            Scritta da: Angela MORI

            Le nuvole

            Nuvole grigie come fumo,
            Che nel sole avanzano.
            Nuvole lievi e sottili,
            Schizzi nel cielo smisurato.
            Nuvole chiare nuvole scure,
            Nell'azzurro orizzonte,
            Nuvole che il vento spinge,
            Nuvole soffici e certune sfilate
            Che uccelli in alto,
            Paiono accarezzare.
            Nuvole che balenano e si dislocano,
            Nuvole che maliziose,
            Si fanno immortalare.
            Nuvole che dipingono,
            Astratte figure in movenza;
            Nella fantasia, volti e oggetti,
            Nuvole che fan meditare
            Sul paradiso aspirato,
            Nuvole che ispirano gli artisti,
            Che cantano i cantori,
            E contemplano i poeti,
            Nuvole che accolgono,
            Mostri di lamiera,
            Che sembrano spaccarle,
            Percorrendogli in mezzo.
            Nuvole che osservo
            Mentre il vento le allontana,
            Nuvole che amo,
            Che esamino rallegrata,
            Mentre svagano e volteggiano.
            Bacio nuvole d'improvviso,
            Poiché in una di esse,
            Riconosco il tuo viso.
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              Scritta da: Angela MORI

              Lacerazioni di un’anima

              Sconfortata e sola
              nessuna armonia le rasenta la mente;
              non è bella
              non è intelligente,
              per l'invidia delle altre.
              Una ragazza che il sole
              non bacia mai,
              con i suoi pensieri ambigui,
              contro le mode
              a favore del bene
              come una strega buona
              che sulla schiena del suo gatto,
              riversa il suo amore in carezze:
              unico compagno che la consola.
              Da molti considerata avversa,
              dalla genitrice noncurante,
              sventurata catena.
              Forte solo della sua gioventù,
              senza'amore con il vento in fronte
              e frecce acuminate al cuore;
              quel cuore giovane
              che non accetta l'iniquo
              ma si fa male;
              triste, leggera, ingrata.
              Gli altri piangono perché è giusto,
              per loro lei singhiozza per capriccio,
              ma sulla sua pelle ha un taglio
              che urla taciturno aiuto
              e chiede imminente amore,
              mentre affronta i demoni
              del suo nefasto e aspro dolore.
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                Scritta da: Angela MORI

                Voglio un amore

                Voglio un amore che sia barlume
                che sia un eterno istante di pace;
                voglio che duri
                finché' avrò voce
                per vederlo splendido
                finché negli occhi avrò luce
                e benedire l'astruso destino
                che ha posto su di me il suo sguardo
                più onesto e indulgente.
                Voglio un amore che sia limpido;
                senza timori, senza veemenza né rabbia.
                Voglio un amore
                che si bagni di lacrime di gioia
                e non di amarezza
                che scaldi come il sole
                che sappia dolce come il miele.
                Un amore vero che pare un sogno,
                un amore che con me deve perire,
                dopo una vita passata ad amare.
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                  Scritta da: Angela MORI

                  Una semplice notte d'amore

                  Assaporai l'amore
                  in quell'attimo in cui
                  le stelle decisero,
                  di mostrarsi alla città
                  e la luna si rivelò da fosca nube,
                  argentea e splendente
                  con un ingenuo rossore in volto
                  che riflettè sul mio viso,
                  mentre provavo amore.
                  Lui era mio, com'io ero sua;
                  le sue mani mi stringevano,
                  le sue labbra mi baciavano
                  e i suoi passi mi guidavano
                  in una danza che non avrà fine,
                  nei miei ricordi e nel mio cuore,
                  in una notte semplice in cui
                  donai amore.
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                    Scritta da: Angela MORI

                    Hai bisogno solo di me

                    Lascia che i tuoi miraggi si avverino,
                    Lascia ce le mie mani ti sfiorino.
                    Non hai ricordi di quel che è stato
                    Perché navighi in acque scure
                    E se ce li hai, li scompigli ancora
                    Perché vuoi sempre vagare.
                    Lascia che la tua vela si allarghi
                    Ed io enfatizzi su di essa il mio respiro,
                    Abbandonati al volere dell'amore
                    E che sia lungo,
                    Poiché non siamo più bambini.
                    E ti so tra quelle acque stanotte,
                    Ti so in un altro mare
                    Come devo stare? Io sto male!
                    Tu dici di non temere,
                    Io pavento tu possa affondare.
                    Se la tua cupida bocca
                    Bevesse altra acqua,
                    Se il tuo corpo accaldato
                    Si saziasse d'altra linfa?
                    Smettila di viaggiare,
                    Stai con me, cedi solo a me
                    Il tuo cuore sfregiato
                    E la tua virilità ormai navigata,
                    Che la notte non mi farà paura.
                    Illuminerò io le tue serate,
                    Sarò io l'oceano che hai sempre voluto,
                    Il faro più splendente,
                    La stella maestra,
                    L'ancora più sicura,
                    La sabbia più calda.
                    Fermati e rimani,
                    Rammenterai appena le tue viaggiate.
                    Non hai capito ancora
                    Che hai bisogno della terra
                    Ed io qui ferma ti aspetto ancora!
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