Poesie inserite da Angela MORI

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Scritta da: Angela MORI

Amore e condanna

Amare l'amore
che non si può amare
è una infelice condanna
la mente spera
e nel sonno sogna,
il corpo brama
e il cuore sanguina;
agli occhi lacrime calde
e sulle labbra
immaginari, sensuali baci
senza nessun sapore.
Amar l'amore di un altro amore,
rende immortale ogni singolo ricordo
rende superfluo ogni sensato consiglio
ed inutile ogni nuovo giorno.
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    Scritta da: Angela MORI

    Aspetterei te

    Se solo mi dicessi "aspettami"
    mi fermerei qui
    nei meandri delle mie memorie,
    colorate d'azzurro
    alla tua presenza
    circondate d'oscura foschia
    del mio passato.
    Aspetterei qui,
    distesa sulla terra calda
    dove camminavamo insieme,
    a respirare l'aria
    che ha ancora il tuo sapore
    a contemplare l'immenso cielo
    senza bisogno di sapere
    se è giorno o sera
    se piove o c è sole.
    Io ti aspetterei
    da oggi fino a domani
    e per sempre
    io ti aspetterei.
    Composta sabato 19 settembre 2015
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      Scritta da: Angela MORI

      Capriccio d'estate

      Chiudete la porta,
      lasciate dentro il fragore,
      del russare di corpi stanchi.
      Dalla mente se riuscite,
      cancellate ogni reminiscenza,
      alla luce del mattino, uscite,
      stanca e guastata,
      dalla notte che passaste.
      Adesso resta solo dormire.
      Giocondità visse poche ore,
      ma vivrà immortali giorni,
      non si scorda in pochi attimi,
      ciò che non si rinverrà mai più.
      Tracannavano le bocche avide,
      come cuccioli dal petto di madre,
      mangiavano come fiere,
      ogni virtù che offriste,
      e cantavano con voi liberate,
      nello strepito dell'eccitazione.
      Posata la chitarra,
      la musica è finita,
      l'ultimo sorso stillato,
      la fatica ora giunge.
      Indossate i vestiti vostri,
      ora ignuda non stiate,
      mentre la testa ancora rotea,
      ravveduta, che pensate?
      Nubile e pulita acceduta,
      ma signora sporca uscita,
      l'alcol che leva ogni virtù,
      mi scortò nell'inferno del piacere,
      l'acqua la vergogna non abolirà,
      e la sfrenatezza di stanotte,
      per l'anima mia rimarrà reato.
      Il rammarico non darà pace,
      froderò l'innamorato prossimo,
      e altri conquistati a venire,
      le compagne e le sorelle,
      la madre e i vicini,
      per avere in notte d'estate,
      trasgredito con desiderio,
      alle ferree ma rette norme
      dell'onesto lecito vivere.
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        Scritta da: Angela MORI

        Voglio vita

        Ho camminato troppo ma sento che non è tanto...
        voglio farlo ancora!
        Ho amato troppo ma sento che non basta.
        Voglio amare ancora.
        Ho visto tanto
        ma voglio di più!
        Voglio ridere e piangere
        gioire e soffrire
        voglio semplici sogni di bambina
        e razionali ragionamenti di donna.
        Voglio rimproveri e lodi
        mari e monti,
        applausi e schiaffi,
        amici e conoscenti,
        luce e buio.
        Io amo la mia vita
        così com'è
        e voglio viverla al meglio.
        Sempre
        anche se non è per sempre.
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          Scritta da: Angela MORI

          Il suono dell'incanto

          Sussulto e delizia,
          Stupore allo scontro
          Nell'anima mia e del mio silenzio.
          Meraviglia in frantumi
          Come lapilli al suolo,
          Da cuoi s'aprono boccioli
          O volo di passero
          Che taglia il cielo scuro,
          Liberando il sole e creando il giorno.
          Arpa fatata nel vuoto,
          Uragano nel querceto
          Petardo in città che dorme
          Sento il sapore dell'anima tua
          Voce senza presenza!
          Di quale rosso è la sfumatura
          Delle labbra che ti emettono?
          Ti sento e non vedo
          La modernità ha ideato
          Un indiscreto incanto.
          Tu sei corpo al mio intelletto
          E non massa al mio occhio,
          Sospiro senza vento,
          Luce senza bagliore
          E suono che giunge al cuore,
          Al mio allettato orecchio
          E non al mio sconfortato sguardo.
          Composta mercoledì 28 gennaio 2015
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            Scritta da: Angela MORI

            Donna Poeta

            Apoteosi di bellezza
            Nelle mie vene scorreva,
            anche se dolore mi rattristiva
            Negli occhi che struggevano fatica,
            Nelle orecchie che udivano livore,
            Le spalle che pativano,
            Sogghigni di perfide iene,
            Che nella bile ora annaspano.
            Mi definivano alienata da sempre,
            Mi desinavano la carne,
            Nell'irrequietezza che mi rodeva,
            Ma ora non odo affronti,
            Sto tranquilla e compiaccio,
            Nel vedere indispettiti i loro volti,
            Mentre a testa alta avanzo,
            E narro i miei versi,
            Accompagnati dal pianto,
            Che non è sinonimo di follia,
            Ma di ottenuto coraggio,
            Che si scioglie come burro,
            E ammorbidisce la mia strada,
            Mentre le mani di chi mi amo stringo,
            E forza mi danno.
            Quella bambina attonita,
            Che sola stava e non parlava,
            Quella ragazzina strana,
            Che pensieri volgeva ai sogni,
            E splendore trovava in ogni luogo,
            Quella ragazza stramba,
            Che amore per uomo non aveva,
            E oltre lo sguardo volgeva,
            Quella creatura astrusa,
            Che leggeva e scriveva,
            Ora non è solo donna divenuta,
            Ora è POETA!
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              Scritta da: Angela MORI
              Dalla tua massa provocante
              lento velours cade spogliandola;
              seta sotto l'incanto è ora svelata.
              Enigma tra il paesaggio, che natura crea
              dove hai i colori della terra scura?
              Nella tua chioma si rivive il sentiero
              e l'ascesa è solo il cielo azzurro,
              che ricade come frammento di stella
              nei tuoi occhi lucenti.
              Bianco della neve sulle tue spalle,
              onde s'incurvano sul tuo seno,
              mentre danzi tra esse.
              Bellezza nuda che non bramo ma venero,
              quel rubino vermiglio che amanti baciano
              è la tua bocca!
              Mani più leggiadre delle ali di colomba
              e tutta risplende,
              sotto l'ombra delle fronde,
              dove alte cime hanno protetto
              tutto l'incanto del lago.
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                Scritta da: Angela MORI
                Sa volare il potere,
                galoppare e sterrare,
                nuotare e trainare.
                Nelle vene sa scorrere
                come fiume in piena
                che sfocia nell'infinito.
                Oh, non è altro che sete il potere
                è fame, il potere!
                Non è che brama,
                pazzia che gusta solo di felicità.
                Aride le bocche inseguono
                quella linfa che da gloria
                e procura invidie,
                ansiose le mani cercano,
                vertice di fama e celebrità.
                Amano il potere
                e l'esultanza sta lì,
                nel non saperlo contenere:
                più se ne ha, più se ne vuole!
                Il potere è come acqua di mare,
                sale che non sazia
                goccia di dannato miele,
                ambrosia di dei,
                nettare infernale.
                Esso è come una donna,
                come una vergine di sconfinate grazie
                da possedere.
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                  Scritta da: Angela MORI

                  Le stagioni dell'amore

                  Due contadini,
                  Un uomo e una donna,
                  Tra la natura;
                  Spalle curve e testa china,
                  Sui campi delle stagioni.
                  Primavera, estate, autunno e inverno,
                  Riposano dopo pranzo,
                  Sotto la stessa quercia,
                  Dove baci del primo amore,
                  Ardevano sulle labbra,
                  Rosate come boccioli,
                  Appena fioriti in primavera,
                  Dove promessa mantenuta fu data,
                  Dove età avvizziva lenta,
                  I volti, ora gracili e rugosi,
                  Bruciati dal sole
                  Che come in estate incendia campi.
                  I capelli,
                  Un tempo oro come grano,
                  Folti come fronde rigogliose,
                  Ora, bianchi come neve d'inverno,
                  Esigui come i giorni restanti,
                  Dove nel grigio d'autunno
                  Gemono come foglie al vento,
                  I ricordi,
                  Due persone,
                  Donna e uomo,
                  Sempre sulla stessa via.
                  all'orizzonte il riposo,
                  Nella stessa cascina dal tetto cremisi,
                  La sera cinta,
                  Del cinerino fumo di un camino.
                  Quattro stagioni,
                  Due persone,
                  Un solo eterno amore,
                  Per la vita intera.
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