Sono. Sono presenza che s'avverte, che scorre labili tracce di un pensiero scandito in sillabe d'ala incerte, e segue, sospeso, il lungo sentiero che al respiro dello smeraldo sale su frasi di zolla intinte nel cielo, là dove tra l'Eterno e l'Uomo vale la stessa trama che intreccia il velo.
Porgendo alla Madre l'intonso stame, tesso l'attesa con petali di vita, nell'ordito fatto di latte e brame, e nell'arcano dell'indole avita. Spinge la terra il Virgulto radioso che stille di pianto tergon con cura, al dolce fondo del pane odoroso mettendo grazia, stupore e premura.
Guido la luce alla favola bella tornita d'oro in corone regali è mescolata a unguento di stella nel comporre greggi di lodi con ali. Stempero di bianco il tenue turchino, sì che di giglio si colori la notte e al primo giorno dell'Uomo m'inchino affinché disegni più salde le rotte.
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