Attonita e assorta mi abbandono a insoliti esercizi di taratura. Potrò calcolare quale il dolore più greve quale il giogo più angusto? Le parole irriverenti o il buoi del silenzio, arma tua affilatissima, che contro me scagli con volontà d'offesa?
I conteggi del cuore fan difetto dell'acume necessario alle stime, i conti non tornano mai c'è sempre una carenza o un eccesso. Preferisco l'eccesso, posso incontrare con chi spartir quel che resta.
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