Scritta da: giosc

Castelli in aria

Racchiudo la mia storia in quel castello,
laddove guerre e amori
assorbono immagini e colori
evanescente realtà e fantasia
i fantasmi della mia follia

colei che mi tormenta
se non schiudo quella porta,
quella del mio destino,
apriti dai, che tutto diventerà divino

Entro in quel castello,
frecce e pugnali infatuati di sangue,
alcove intrise di burrose forme feconde
attendono di sfamare nuove anime

Passi lenti, falsi, amareggiati
passi rapidi, viziati, intrecciati
come i piedi degli amanti
che si sfiorano garbatamente armonizzati

Tutto ciò che resta del castello
sono pietre avvolte di mistero,
cellule di sogni, di profumi inebrianti
i ricordi di noi amanti,
con l'illusoria fantasia
di aver racchiuso in una bolla
quel castello fatto d'aria.
Composta domenica 8 novembre 2009

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    Scritta da: giosc

    Commenti


    12
    postato da , il
    Ciao Armanda! Grazie!

    Agatina............sì, è per un pò,  per colpa di chi-chi-chi-chi-chichi-chirichi!
    11
    postato da , il
    Giovanna...!

    Era parecchio che non ci si incontrava...!

    Un bacione Giovanna...!
    10
    postato da , il
    Bella ...
    9
    postato da , il
    Grazie Agatina.....cercherò di essere sempre più "Chicco" (!?)..........mmmm.........la tua storiella invece, è una vera "Chicca", l'ho molto apprezzata!
    (:-))))))))
    Ciao!
    8
    postato da , il
    ...evanescente realtà e fantasia
    i fantasmi della mia follia

    ...
    "colei che mi tormenta
    se non schiudo quella porta,
    quella del mio destino,
    apriti dai, che tutto diventerà divino"


    Giovanna...!
    Piccola storiella...!
    Come affrontare...e perché non solo...,
    ma anche "LA VITA"...!
    Una figlia si lamentava con suo padre circa la sua vita e di come le cose le risultavano tanto difficili.
    Non sapeva come fare per proseguire e credeva di darsi per vinta.
    Era stanca di lo*ttare.
    Sembrava che quando risolveva un problema, ne apparisse un altro.

    Suo padre, uno chef di cucina, la portò al suo posto di lavoro.
    Lì, riempì tre pentole con acqua e le pose sul fuoco.
    Quando l'acqua nelle tre pentole iniziò a bollire, in una collocò alcune carote, in un'altra collocò delle uova e nell'ultima collocò dei grani di caffè. Lasciò bollire l'acqua senza dire parola.

    La figlia aspettò impazientemente, domandandosi cosa stesse facendo il padre....
    Dopo venti minuti il padre spense il fuoco.
    Tirò fuori le carote e le collocò in un piatto.
    Tirò fuori le uova e le collocò in un altro piatto.
    Finalmente, colò il caffè e lo mise in una scodella.
    Guardando sua figlia le disse: "Cara figlia mia, carote, uova o caffè?"

    La fece avvicinare e le chiese che toccasse le carote, ella lo fece e notò che erano soffici; dopo le chiese di prendere un uovo e di romperlo mentre lo tirava fuori dal guscio, osservò l'uovo sodo. Dopo le chiese che provasse a bere il caffè, ella sorrise mentre godeva del suo ricco aroma. Umilmente la figlia domandò: "Cosa significa questo, padre?"
    Egli le spiegò che i tre elementi avevano affrontato la stessa avversità, "l'acqua bollente", ma avevano reagito in maniera differente.

    La carota arrivò all'acqua forte, dura, superba; ma dopo essere passata per l'acqua, bollendo era diventata debole, facile da disfare. L'uovo era arrivato all'acqua fragile, il suo guscio fine proteggeva il suo interno molle, ma dopo essere stato in acqua, bollendo, il suo interno si era indurito. Invece, i grani di caffè, erano unici: dopo essere stati in acqua, bollendo, avevano cambiato l'acqua.

    "Quale sei tu figlia?" le disse. "Quando l'avversità suona alla tua porta, come rispondi?"
    "Sei una carota che sembra forte ma quando i problemi ed il dolore ti toccano, diventi debole e perdi la tua forza?"
    "Sei un uovo che comincia con un cuore malleabile e buono di spirito, ma che dopo una mo*rte, una separazione, un licenziamento, un ostacolo durante il tragitto, diventa duro e rigido?
    Esternamente ti vedi uguale, ma dentro sei amareggiata ed aspra con uno spirito ed un cuore indurito?"

    "O sei come un grano di caffè? Il caffè cambia l'acqua, l'elemento che gli causa dolore. Quando l'acqua arriva al punto di ebollizione il caffè raggiunge il suo migliore sapore."

    "Se sei come il grano di caffè, quando le cose si mettono peggio, tu reagisci in forma positiva, senza lasciarti vincere, e fai si che le cose che ti succedono migliorino, che esista sempre una luce che, davanti all'avv*ersità, illumini la tua strada e quella della gente che ti circonda".

    Per questo motivo non mancare mai di diffondere con la tua forza e la tua positività il "dolce aroma del caffè".


    Ciao

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