La quercia è il suo universo Zak l'aggredisce freneticamente fra le rughe della corteccia e non indugia: esplora ogni nodo del ramo maestro, fin sulla cima, poi torna e si ferma sulle zampe a rampino. È incessante quel moto vivace di mandibole e antenne. Quel maschio formica distingue gli umori di femmine e soldati e, con l'acre secreto, rimarca i confini. Al termine s'erge, come bandiera, su un esile stelo ninnato dal vento. L'albero intanto, ormai ebbro di sole, allunga i suoi legni che subito infronda. Esita Zak, ha percezione. Ripassa il percorso, si getta, s'aggrappa, poi strappa e sperona e dà sotto con lena. Si scuote e quel fremito sprona lo slancio. Va contro i germogli ancor teneri e afilli, ma è sorpreso da un filo di ragno e nell'affanno, un tribolo vano. Povero Zak! Ora è stretto alle zampe e quel viluppo gli sale sul ventre, sul torso e sul capo finché l'ultimo spasmo ci svela un pietoso e triste abbandono.
Zak: la brevità del nome si addice ad un essere minuscolo come la formica. Anche nel micro cosmo esistono le gerarchie, esseri che assumono il comando o ambiscono e lottano per ottenerlo. È una ambizione comune e assai diffusa nel mondo animale, ma per quanto forte e determinato, chi si candida, dovrà sempre confrontarsi con situazioni nuove, e spesso impreviste, che nel tempo verranno a crearsi. Per l'uomo è la stessa cosa e l'avvicendamento è naturale. La politica, che meglio saprà rispondere ai bisogni di una comunità, avrà sicuramente ragione su chi non ha saputo riconoscere i difetti, i limiti e le proprie inadeguatezze.
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