Avvolta dalla scrivania universalmente anonima: Lo sguardo ceruleo, un'esile diafana figura anima, Occhi ammaliati dalla lucida fialetta trasparente: Due gocce arrembano e si colliquano teneramente Nelle due cavità accoglienti, ignee e umettate Due gocce di collirio; ed è l'eponimo del delirio: Quel lucido intervallo che preannuncia la follia Dell'ignaro spettatore catatonico, ammaliato Dal catartico unguento che spaglia dalle orbite; Irrora e accarezza le pallide e rugiadose gote Sfiora, si coagula e penetra nella cavità piretica; Le labbra umide e rubizze esaltate dal composto e, L'ospite, nell'estatica diallage, ingorgato nell'onirico deliquio.
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