Scuro e freddo nell'orizzonte nel cielo pieno di nubi, nell'irreale silenzio che arriva al cuore, le foglie morte formano tappeti colorati, che frusciano sotto i piedi, in questo tempo malato della terra, inondata dal covid, tra i malati soli che hanno bisogno di respirare tra caschi e tubi, con occhi spalancati di terrore, senza poter parlare e coloro che passano non rivedono le loro famiglie, hanno solo Dio da chiamare. Mentre noi che stiamo rinchiusi a casa osserviamo l'autunno attraverso i vetri divisi, lontani, come sospesi tra un presente angoscioso, rimpiangendo il passato, sfiduciati verso il futuro. Vivere in una zona, così detta rossa! Pericolosa per le persone, perché troppi morti e troppi malati. La natura nella sua tranquillità sorprende, sconvolge, annienta, appare tranquilla e sorridente, come indifferente verso l'essere umano, condannato a subire un virus micidiale e strisciante, silenzioso come un killer che colpisce all'improvviso. Noi nella nostra solitudine, che serve per sopravvivere in una umanità, sguarnita, confusa, violenta. Ascolto il respiro di Dio, che sussurra attraverso la preghiera, il suo spirito è vicino a noi. La preghiera è la potente debolezza di Dio che smuove il suo cuore entrando nel nostro, stringendoci a lui.
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