Scritta da: Marilisa Menegatti

13 novembre 2019 03.50

Dissolta
In un mondo che non conosco.
Non comprendo
Tutto questo accanimento.
Se aiuto non aiuto
Se non aiuto divengo egoista.
Ed il senso del vuoto
Aumenta le sue fauci
Alimentando l'inutilità
D'una vita mai compresa.
Chi sono io?
Di chi sono tali tende aranciate?
Le giallastre mura rimembrano casa
Ma altrove essa si nasconde.
Indosso la felpa sua,
Ma lui non è qui.
Sento piangere i miei cuccioli
Ma lontani son dal mio rifugio.
Tal luogo
Una galera
Una sicurezza
Una scappatoia.
Nessuno spera che le sorti cambino
Ma che il mio corpo crolli
In tal scalata.
Comprendo la pazzia più d'una finta normalità.
Questo è il mio luogo?
Qui dovrei restare?
O fuorì
Lì, in mezzo ai matti
D'una normalità ormai stereotipata?
I dilemmi dell'animo
Infrangono sorti e battaglie.
Come tornadi distruggono
Stabilità a fatica costruite.
Chi sono io?
Sono pace o guerra
Sono angelo o demone
Sono vuoto o lucidità.
Sono me stessa o la maschera
D'un finto personaggio altrui?
Pagliaccio
Follia amara
specchio del mio orrido riflesso.
In tali piastrelle larghe
Calpestate dal mio passo incerto.
Se fossi piuma, volerei.
Se fossi angelo, proteggerei.
Se fossi Libertà
Me stessa sarei.
Ora,
Sono un'ombra soltanto,
D'una mancata prospettiva
Lasciata lì sul bordo
D'una franabile scogliera d'Irlanda
In balìa
Tra la mente
La ragione
Il sogno
Il cuore
L'anima
Ed il pesante corpo esausto
Che osserva lentamente
Le onde impetuose del mare
Scagliarsi con violenza
Sotto un cielo insaporito di sale.

© 2019 Marilisa Menegatti.

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