Sai che morbo in me son le seducenti passioni che tremebondò i vago tra scogli d'emozioni né vittorioso l'animo mio scorgesi né sconfitto ma dell'equilibrio la mia pagina ancor non ho mai scritto. L'esister baloccasi qual nervosa altalena tra frammenti di sole e sussurri di luna piena a ogne mio dì pur indecifrabil son io sempre zelante ma in me l'orazion regna confusa e anco scostante. Ti pregò i che del ricercarti il baglior non mi sia meno quando nei flutti giaccio o nell'illusion del sereno e ch'il respiro il contorcermi interior a umiliar non abbia qual sguardo all'urlo prostrato d'una vigliacca sabbia. Sorrider ti so da quelle intangibil altezze ove a te adunate seggon tutte le bellezze un dì chissà s'ì acceder potrò al paradiso ma a me t'en prego vieni a guisa di carezza sul mio viso.
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