Il Sole in me vissuto, io lo uccisi sentendolo gridare in lontananza nel silenzio interiore dell'abisso e fu l'aborto del feto di un sogno, fu l'osservare che man mano spensi, lasciando le mie ceneri sul letto, ed avvampò quell'incendio di buio che mi fu sempre attorno lussurioso della mia solitudine racchiusa, un uscire ed un passeggiare in cerca del punto in cui s'eresse la sua tomba nel lungo cimitero della strada, Dio fu come se si sacrificasse una mano di sangue nell'aurora, aperta alla ferita dell'immenso, gettasse il sale delle stelle giunte a morire fin qui, resuscitando in sogno all'altra metà della Terra, e rivedessi rivivere Lui nell'essenza di un cuore circolare stare sul trono della sua corona, invitare le palpebre a sedersi e donare le ricchezze dei raggi e perdere il suo sangue gocce a gocce, trovando medicazione nell'acqua.
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