Echi di una dannata discensione che gridavano la loro materia nello spazio di un tempo interminabile ebbero la salvezza nello stagno, nello scrosciare dell'acqua preghiere e ovunque nel riflettersi un sol buio: era il lutto guardatosi allo specchio, con sembianze di donna, era la Morte, era quella che chiamavamo Notte quando lontani eravamo al celeste, quando bastone era il nostro Sole per non cadere brancolando al buio suolo di tutt'un sonno ad occhi aperti.
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