Sono un soldato e mi vergogno di me stesso, scruto l'orizzonte e noto che l'oceano non è altro che una distesa di fuoco ed il cielo che mi sovrasta è ancora una volta celato nel buio.
Mi guardo attorno e nella spiaggia sul quale sono, altro non vedo che barche, che giungendo sul litorale con i loro soldati reggono tra le braccia, come se fossero bambini, le loro armi; che solo vederle annientano l'esistenza di chiunque provi alterigia.
Nascosto non oso impugnare nessun arma, ma la patria mi impone di agire e portare la pace; pace che non credo possa esserci ne prima e ne dopo; ormai qui sul fronte la mia salvezza e quella di tanta altra gente la vedo lontana è pressoché improbabile, come la luna fra la terra o un oasi nel bel mezzo di un deserto.
Verso lacrime per ciò di cattivo e crudele sta accadendo su questo mondo, scruto ancora il cielo, invano cerco un fascio di luce, ma perfino il sole prova vergogna nel notare tutta quella sofferenza, a tal punto che anche il suo sorriso abbiamo cancellato.
Ciò che mi rimane è continuare a piangere, e sperare che almeno un angelo scenda dal cielo e possa non compiere un miracolo ma almeno esaudire un mio piccolo desiderio. Da padre di famiglia non desidero nient'altro che: poter dare un bacio alla donna che tanto amo e regalare una carezza ai miei figli, ancora una volta per l'ultima volta...
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