Usure

Il tachimetro dei lustri
già segna sul quadrante
dodici giri da quando iniziò
l'abrasione per rotolamento
sulle ruvide pietre
della strada della vita.
L'accumulo dei transiti,
le accelerazioni e le frenate
tra notti tramonti ed albe
sconquassato hanno lo châssis
che, pur al peggio,
ancor mi scarrozza per il mondo.
Tra brusche sterzate e stridii.
Consumato il battistrada,
il volante quasi paralizzato,
malridotto l'avantreno e perduta
la necessaria convergenza,
faticose manovre da lunga fiata
il cuore irrigidito logorano
e sollecitano senza risparmio!
Quante volte, in avaria
per eccesso di attrito,
la cinghia di trasmissione
di una illusione mi ha parcheggiato
avvilito sul ciglio cupo di una via!
Per polvere di giorni
ridotta la trasparenza
della superficie dei vetri
vana appare l'alta luce dei fari;
solo lo specchietto retrovisore
sempre terso ed efficiente riflette
il cammino serpeggiante dei ricordi!
Trabiccolo, spesso in panne,
tra scarrucolio di pulegge
e scricchiolii, con tremuli assi
traballante ancor mi trascino
rimorchiato da motrici speranze.
Oh l'inclemente usura del tempo
che precoce dissangua la vita!
Un giorno, negatami
la licenza di circolazione,
un atro carro traslocherà
in una non lontana fonderia
un'arrugginita carcassa di ferraglie
per farne materia per altri stampi!

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