Svagando tra aiuole di memorie assenzio ti riconosco e ti estirpo svampito sogno! Ieri, inganno assurto alla ribalta, oggi incarnata nel vero, insulto ad un cuore alla berlina per aver alla luce del sole fomentato senili e vaghe illusioni. Implume bipede pur mi rammento che truccata ad alata lontana fuggisti via senza posarti un attimo sul parapetto di una dischiusa finestra amica! Ah quale funesto senso si intende levato lo sguardo ad un vuoto cielo se assente è ogni vocio di rosignolo sullo sfrondato albero della vita! Qual riparo, qual lieve conforto è dato al viandante smarrito sfibrato dal tempo e disilluso che percorra l'opaca trafila delle ore accidiose del suo vivere! Sfatata effige, ambigua parvenza sgorbio incolore oggi io ti contemplo qual visitatore attento ad una affollata mostra di assenze! Cuore e tempie requie non trovano epicedio è il venir di memorie che si perpetua e lancinante irrita i precordi di un corpo semivivo! Resterai pure tu del tutto senza luce e chiaro allora vedrai nel buio; estranea e muta un'ombra inquieta salirà furtiva per un frangente le scale della casa del tuo cuore solingo: sulla soglia, la fisserai orba di speranze e ti balzeranno al cuore gesti parole attacchi di trilli ma sarà vano e tardi. Alle prime avvisaglie del nulla fatta né oggetto né soggetto, né alfa né omega, aspro saprai che mai ci è ridato o si ripete quanto non abbiamo superbi accolto. Che ognuno si dibatta nella sua cella e invochi per amor di sé l'iddio del caso perché bonario propizi o promuova i favori di un possibile domani... lo partecipi di qualche baldoria della vita!
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