Scritta da: Marta Emme

Sine qua non (le preferenze)

Forse sarò generalista* (generica),
ma anche super moralista. Smarriti,
in troppi, vi siete* (politici) sulla via
della verità, nel cercar di dar risposte
sensate a questa società e poi,
come pollicini, la strada non avete più
saputo ritrovar. Nei primi intenti sempre
buoni, lo proclamate così bene nei
sermoni, fornendo soluzioni a chi ritiene
giuste le vostre posizioni. Ma, dopo che,
annusato avete il potere, soldi e
privilegi, solo, diventan la vostra fede.
Indefessi macellai* (bravi a fare
macelli, in primis il debito pubblico),
sempre pronti a assolver i vostri errori
e disconoscer i tanti guai. Questa,
infine, diventa la missione: convincer
la gente che non avete un lungo e
gran nasone; ma ciò è evidente non è
più un'opinione. Dei pinocchietti siete
diventati e vedi bene (es. ricostruzione)
come calza il paragone. Più che mai
servon persone che abbian davvero
tempra, nobiltà e coraggio perche è quel
che richiede costruir un mondo saggio.
E allor, nei partiti, che confusione, or, più di
sempre, contan le persone* (preferenze),
che sol della gente siano espressione.
Dunque nella riforma elettorale questo
pensiero non sia affatto banale e
neppur da negoziare. Perché, col popolo,
è irrinunciabile il filo diretto e via a casa
se non è un do di petto* (fiducia mal riposta).
Composta giovedì 15 giugno 2017

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    Scritta da: Marta Emme
    Dedica:
    Alle preferenze nella legge elettorale, per avere una classe politica che rappresenti il popolo e non se stessa.

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