Quante pietre ha dovuto sopportare l'anima mia vistasi schiacciata a terra ogni volta che sognava di arrivare al cielo delle sue ambizioni, un bruco nascosto nell'erba, la mia ombra, una fionda colpita da sassi più grandi dei suoi.
Quei sassi, farfalle libere pestate fino a triturarsi hanno atteso nell'ombra la luce.
Quali pietre ho sopportato prima di godermi l'etere, misero spiraglio di bianco!
E tu, che non mi conosci, pensi e credi che son fatto per restare sulla terra a fare ombra alla polvere.
Ma tu che mi vedi spaziare nell'alto e pensi che io vi appartenga, mi doni complimenti, proprio non sai che mi aumenti la presa di un nodo che vuole impedirmi la pace nel cuore.
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