Cosa fare di questo turbinio di folle orrore che sposta speranza in supplica disperata. Ove e quando redimere caratteri, idee, propositi, azioni, parole in seguenti coscienze che riparino dalla furia del crimine? L'uomo, come immagine di Dio, o sbaglio della Natura, entrambi facciate ormai fuori da ogni senso limpido spirituale o trascinante alla genuinità di tenera anima. L'uomo, pare dedito a porre dominio come fosse lecito decidere l'attimo ferente della morte. Cosa fare, cosa sperare, cosa urlare, quanto piangere, quanto inveire, quanto disprezzare, come agire per porre fine alla ignominia del suo delittuoso pensiero? E la vita, intanto, continua a gemere la sua voglia di vivere, pur sapendosi sempre più perduta.
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