Scritta da: Sir Jo Black

Cenere tra le mani

Tutto bruciato, ancora cieli neri,
è dolore sparso dal cuore rotto.
Vuoti, incomprensioni, silenzi ancora.
Muri dove stanco mi scaglio ancora
ancora a voler graffiar via dolore.
Cenere tra le mani mentre tu vai,
guardo quel punto che via s'allontana.
Urlo cade una lacrima di pietra.
Composta sabato 14 giugno 2014

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    Scritta da: Sir Jo Black

    Commenti


    25
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    Ma sì che cambia in meglio, anche in peggio altre volte .... ma in questo caso in molto meglio .... :)
    24
    postato da , il
    E' la vita, capita...Pochi ne vengono esclusi! Ma poi cambia...In meglio :)
    Ciao.
    23
    postato da , il
    Potrebbe anche essere ricostruito come:

    una lacrima di pietra cade (come) urlo.
    22
    postato da , il
    Comunque, questa poesia è una vera tragedia.
    Resto in attesa di una vena gioiosa.  : )))
    21
    postato da , il
    Perbacco, si comincia ad andare sul difficile.
    Però, a ben pensarci, l'ultimo verso, come sta, è più poetico e credibile. Infatti, uno che urla e gli cade una lacrima di pietra può essere solo un Golem, personaggio notoriamente mostruoso e poco poetico; mentre invece, senza la congiunzione "e", potrebbe anche darsi che urlo e lacrima siano scollegati. Che, so, si ode un urlo, e frattanto la lacrima di pietra cade  dai muri, "sfabbricati" in precedenza a furia di fiere "capàte"... Se le trombe di Gerico buttarono giù le mura di una città, ben potrebbe un urlo far cadere un pò di intonaco, secondo me.

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