Eterea mia modella, sol vivido pensier, nella tua veste di bello di Te perduto cervello, un dì sarò il tuo artista. Non so scolpirti il corpo da inetto materialista e non sarai una Venere di Milo, non so dipingere il tuo volto e neppur sarai Monna Lisa. Ma con il pudor del moralista so ben tratteggiarti l'anima che in viso ti traspare con il suo seducente sorriso e la sua limpida bellezza in Te è piacente dolcezza. È questa l'impronta del bello che da sempre riflette la luce, fa tanto sospirare l'amore e ispira in versi la voce. Infin quel fatal dì, con mente e coscienza d'intesa, illuminando il pensier e spiritualizzando la materia, la sua vision regalerà a tutti... finalmente la pace.
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